Effettivamente sono un po’ in ritardo.
Non sempre il tempo e l’ispirazione combaciano ed a volte, quando finalmente è disponibile tutto quello che hai “scritto mentalmente” e che dentro di te scivola via come un best sellers degno dell’ambito premio Campiello, a causa di un complesso ed alquanto misterioso sistema di conversione, non riesce a trasformarsi in parole scritte.
Camunque (come disse un uomo fornendo informazioni stradali a mio fratello) sono rimasto indietro nell’aggiornamento di questo mio diario nonostante il periodo sia stato denso di fatti, a mio parere, degni di nota.
Tralasciando la triste considerazione sul Capitan Schettino e la relativa lezione su “la gestione degli attimi di panico” e la possibilità che la mia dottoressa della mutua (a me sconosciuto) mi chieda di dire 33 inizierei questo “esame di riparazione” dall’ahimè triste attualità personale.
Non corro, non lo faccio praticamente dal 6 agosto esattamente dalla podistica serale di San Vittore.
La decisione con cui hanno iniziato a stringere mi ha come suggerito che il momento di sciogliere un paio di nodi è arrivato interrompendo la gloriosa serie iniziata qualche hanno fa con un fastidioso dolore appoggiato sull’ischio (non so se è corretta la terminologia) sx.
La Risonanza Magnetica effettuata mentre dotato di cuffie mi addormentavo dentro a quel tubo, rilevava una cisti/e/o/a/u ossea la cui cura consisteva nell’abituarsi.
Basta chiedere.
Le legge della metabolizzazione del dolore, la voglia di continuare la mia strada ed il basilare incipit mentale hanno dettato il proseguo dell’attività creando un equilibrio sostenibile/ecosostenibile chemi ha portato ad agire da vero papà sciagurato crescendo il problema con vizi di ogni genere pur di farlo tacere.
Dolce finale (agonistico), per gentile concessione di non so quale santo, Aquatic Runner .
Il seguente pit stop è arrivato spontaneamente, non indotto da agenti esterni se non la voglia di ritornare al piacere di correre abbandonando quel movimento ormai lontano dal fluido.
La diagnosi è fin troppo semplice.
Partendo dal centro del pube (lì dove risiede il pisello) tracciando una bisettrice alla cazzo si potrà notare come la ricettività degli otturatori sia veramente ridotta ai minimi termini con l’aggravante della scortesia.
Questa situazione, perseverata senza ritegno, ha provocato un irrigidimento del pavimento pelvico, a nulla valgono le potenti infiltrazioni di cera Liù, creando su tutta la zona scompensi che, fatta eccezzione per l’introversione dell’utero, influiscono negativamente sul fattore corsa.
Considerando la non conformità dell’essere umano io , la tendenza del vasto mediale al sentirsi grande, la dolorosità della circoncisione in età adulta supportato e sopportato da Just Pilates Studio Cesena e Centro Medico Cervia mi avvalgo della facoltà di non rispondere.
Nuoto ….zoot ….. quindi, costantemente ma senza strafare godendomi la bellezza del mare che continua ad ospitarmi con piacere.
Nessuna particolare sclerosi per l’ “infortunio” ,ottimismo, obiettività ed una sopraggiunta coscienza fisica che mi condurrà ad valutare prima gli acciacchi senza attendere il dolore finale.
Stagione che può considerarsi finita visto che difficilmente, dispiaciutamente, riuscirò ad onorare l’invito al Gargano Running Week di Davide Orlandi ed il suo Soul Running .
Sguardo proiettato ad un 2015 denso di progetti capaci di regalarmi già quella sensazione di timore mista adrenalina tra cui:
1) ….. non si può dire
2) ……non si può dire
3) ……non si può dire
4) ……la podistica del festival de l’unità di Savio
Ps: nel malaugurato caso che il recupero vada molto per le lunghe ………. è pieno di mari da solcare
….. continua
….. to be continued
Urban 340 Tri
La gara più bella di quest’anno . ha asserito qualcuno .
Bugia
gara bensì una gioviale aggregazione metropolitana di atleti/triathleti sfociante in una giornata diversa dal solito
.
carogna in spalla
semplice e gratificante, la voglia di
leggerezza di goliardia era palpabile all’interno della mia persona così,
archiviato con rinvio il Mi.Ma Tri , il
7 settembre è divenuto ufficialmente la giornata Urban 340 Tri gestito quest’anno direttamente dal
fumettistico Pelo’ per conto di un
ignota società regolarmente affiliata ecc. ecc. ecc.
la t shirt a ricordo, eventualmente
acquistabile con donazione, creata dal maestro ormai svizzero Terry
Spinelli che onora l’evento gratuito ,
1 € il costo del caffè 2 € se aggiungi una buonissima brioches fornita dalla estrema cortesia della compagnia felice del 340 bagno.
settimana continua di tempo-merda .
riservare il posto) , tutti di quelli giusti grazie alla modalità auto selettiva divenuta di legge dopo l’auto
certificazione. Tutti confermati meno uno (mantengo l’anonimità) che all’ultimo
momento preferisce andare a giocare a
calcio non preoccupandosi minimamente del fattore blasfemia pura ed un altro, il sottoscritto Andrea Pelo di
Giorgio che,però, aveva già avvertito di
essere vittima di un infortunio .
partecipazione regalandomi la possibilità di raccogliere sensazioni veramente
importanti .
regole del gioco e nell’ascoltare chi di
queste regole si faceva portabandiera .
trasparenza raccontante emozioni nuove
nell’affrontare un esperienza mai fatta o l’impegno da gara importante
dove centrare un risultato o effettuare la
che di per se non lo era neanche.
una mattinata di spensierato gioco sportivo tra amici a tutti gli intervenuti
dando al contempo la possibilità ai neofiti, di provare le emozioni del
Triathlon senza pressioni e spese dovute a tesseramento/iscrizioni/trasferte.
Sabato adoperato nella segnalazione dei percorsi (grazie alla famiglia
Rinaldi e grazie in particolare a Matteo che mi chiede ad alta voce “ dov’è la vecchia?” proprio mentre
ce l’ha alle spalle ) la domenica mattina si è presentata con una fantastica
alba, fenomeno di cui quest’anno eravamo ancora all’oscuro nonostante le due
edizioni de “alba n(u)otevole.
atleti , briefing ed arrivo del fido
Colonna Enzo (aveva letto nei bagni dell’autogrill che si sarebbe partiti alle
9.30) e
dopo una chiara indicazione sul luogo di
partenza apparsa in ogni angolo del Bango 340,
Andrea Pelo di Giorgio ufficializza il via ufficiale effettuando un conteggio
rovesciato degno Gennaro Olivieri / Guido Pancaldi (giochi senza frontiere)
del tuffo e della successiva e suggestiva immagine di “ali di gabbiano” che si allontanano
verso l’orizzonte scomparendo, dopo circa 150 metri, dietro agli scogli.
al servizio vendita abusiva in spiaggia ad un’apertura ritardata delle proprie
bancarelle (la richiesta danni del sindacato abusivi non ha avuto esiti in
quanto la manifestazione non esisteva) .
il terzetto Cremonini, Rinaldi, Venturi senior viaggia in solitaria già con un cospicuo
vantaggio sui diretti inseguitori tra i
quali spiccano alcuni tra cui sicuramente il Pier Francesco Venturi di soli 16
anni , i pallanuotisti , i giocatori di bocce e alcuni di tre sette col morto ma
non per affogamento.
Pagliarani ( T.T Cesenatico) spicca per l’altruismo prima preoccupandosi per la moglie (una super
atletessa sorprendente) poi per l’esordiente Magdalena
ma non per chiedere aiuto ma solo per
salutare felice.
arranca un po’ mentre un sorprendente
Dirani Stefano marca stretto Gottarelli Roberto provocandogli delle fastidiose
echimosi nei talloni.
stessa situazione nella gara maschile e la stessa in quella femminile con
Szdonia Siklodi sicura in testa ad una competizione non certo piena di
avversarie ma dalle mille insidie.
fissato in foto dall’urcafotografo Massimiliano Conti e dalla tecnicissima Anna Salmi mentre la Go
Pro in mano a Pelo ancora funziona regolarmente .
uno spirito competitivo elevatissimo.
con l’ausilio di telo alla vita) , vestito
in tenuta ciclistica, asciugato i capelli, fatto la barba, preso un
capuccino, oliato la bicicletta e aperto due /tre ombrelloni (tanto che c’era)
è riuscito ad uscire dalla zona cambio in meno di un 43 minuti.
padrone sulle strade di Milano Marittima Nord , nessuno si ferma al ristoro
cappellettato delle Aie e tutti rispettano la regola base chiamata No Draft (Stefano Dirani compreso – i filmati lo scagionano dalle
accuse)
avversari mentre l’Anna si emozione osservando il “suo bambino” così
atleticamente impegnato e dinamicamente avanzato.
pro attuando la terribile sequenza di
pausa film quando raccoglie le immagini
e di film al manubrio vespa quando deve essere in pausa.
padrona assoluta mentre Oliver scopre solo dopo circa 3 km che le bici da strada odierne hanno i cambi
sulla leva del freno “non capivo come togliere dalla bici il rapporto agile ……cercavo i manetti sul cannone
ma …… “ FENOMENALE !!!
vestire la maglia nera.
sul manubrio, transitante intorno al metà gruppo, continua a starnazzare
sorridente mentre Pier Francesco Venturi al secondo giro decide di oltrepassare il
cavalcavia della Nullo Bandini per visionare le signorine della strada
mettendo così a repentaglio la sua sicurezza di classifica.
azzardati e/o crisi drastiche e/o fulmini
a ciel sereno e/o rapimenti con inutile
richiesta di riscatto.
visioni dell’oltre cavalcavia che gli piombano le gambe mentre Oliver
in piena maglia nera tira fuori le unghie (ai piedi) piazzando una frazione podistica
che lo porterà a recuperare ben 6 posizioni abbandonando di fatto, con tristezza, l’ambito titolo di Scampione del Mondo.
340 sugella la vittoria di Matteo e Szdonia prima di esser oltrepassato da tutti meno che l’atleta Rino Maroni fermatosi nella corsa per non riacutizzare un
dolore ( aveva già avvertito)
sorpassato da Enzo Colonna nell’ultimo
km e per questo accusa tutti , soprattutto Dirani (splendido 5°) di scia non
ammessa senza peraltro esser creduto da
nessuno.
posizione segna il proprio numero di gara nella bacheca di arrivo e qualcun ‘altro
cerca di barare inserendosi davanti ad un avversario diretto.
premiazioni ufficiali assegnano le
maglie di Campione del Mondi Surfing Shop Triathlon – no draft a: Matteo Rinaldi
– Szdonia Siclodi
orgogliosissimi atleti
complesso) .
want you
Rodolfo e Cristian che curioso abbinamento.
Rodolfo è il mio cane , uno dei miei cani, dotato di un cognome acquisito, il mio, al momento dell’adozione avvenuta nel lontano 2004.
Bulldog Inglese caratterialmente testardo (tipico della razza) , dotato dell’intelligenza di chi cerca in ogni modo di fare ciò che gli piace ma alla fine disponibile, affabile e gestibile.
10 anni passati insieme per un “amore” dalle basi solide e sempre vivo.
Cristian , lui il cognome ce l’ha di suo (Mazzotti), è un amico .
Uno di quelli che,orgogliosamente, posso affermare vero, un amico su cui contare con il quale, fra l’altro, condivido è condividerò delle splendide emozioni grazie ad una linea di pensiero/azione molto simile
Rodolfo e Cristian insieme in questo mio scrivere in quanto protagonisti, loro malgrado, di una giornata che mi rimarrà dentro per il tempo a venire.
E’ il 12 settembre Rodolfo, non automunito è a Cervia, Cristian che di auto ne ha 2 (ricchissimo 🙂 ) è in immerso nella Val d’Aosta impegnatissimo nel Tor des Geans traducibile in poche parole in giro della Val d’Aosta Trail (330 km – 24.000 D+) a piedi.
Un passo indietro, Rodolfo è, purtroppo, non è in buone condizioni di salute.
Da qualche tempo manifesta delle ghiandole/bugnoni sporgenti attorno al suo sederonzo scoperto.
Tralasciando tutto ciò che riguarda la scoperta della malattia, cure e considerazioni sul problema oggi (quel giorno ….il 10 settembre) decidiamo di farlo vedere al veterinario di cui si serve Lisa (per i suoi animali) da poco tempo a questa parte.
Sarà perchè lui ha due bulldog, sarà perchè …non so, ma il suo approccio alla malattia tumorale è deciso e positivo.
– Lo operiamo, asportiamo le ghiandole garantendogli un ultimo periodo di vita (10 anni e mezzo per un bulldog sono tanti) tranquillo ed una gestibilità casalinga normale. Nessun rischio per l’anestesia, lo intubiamo evitando il rischio dello stop respiratorio.
Professionale, deciso, amante degli animali con un debole “bulldogghiano” .
Esco col sorriso e molta speranza, felice per Rodolfo.
Esami del sangue un po’ spallati ma ok per l’intervento, venerdì l’ecografia per uno stato chiaro della situazione.
Torno al punto di partenza, Venerdì 12 sera dopo le 19,00 quando uscito dal lavoro mi reco in ambultorio a prendere Rodolfo.
Il viso di Marcello parla già da solo.
– La malattia è già in metastasi, inutile operarlo, ti ruberei solo dei soldi.
Faccio la domanda che non vorrei fare …..
– Non più di due mesi .
Quanta differenza passa tra il sapere ed il sapere a tempo determinato.
Completamente rovesciato, dolorante dentro.
Una speranza spezzata, occhi lucidi che si appoggiano su Rodolfo stufo di stare nel giardinetto interno …. il mio Rodolfo
Probabilmente sarà solo una condizione mentale ma vedo uno sguardo diverso nei suoi occhi, come se fosse il colpevole del dispiacere che ha spazzato via come un tifone il mio abituale buon umore, di quelle mie lacrime che scendono sul viso mentre lo osservo dentro l’auto.
– I valori del sangue caleranno e le forze spariranno, …non so come la pensate voi ma… se volete addormentarlo …… lo consiglio.
Lisa mi stringe amorevolmente.
Rientro a casa con lo spettro addosso di dover prendere quella decisione.
La speranza ora è quella di trovarlo addormentato al mio risveglio o al mio rientro a casa.
Piango.
Sono ancora in auto quando suona il telefono , è Cristian.
Ho seguito la sua progressione verso il traguardo di quella splendida avventura ora dopo ora.
-Non ne ho più di nessuna, mi confessa con una voce spenta e terribilmente stanca.
Mancano solo 30 km, sta attraversando il momento del “niente” , uno strano periodo in cui , nonostante su sappia tutto quello che sta succedendo , non sai praticamente nulla . Non sai darti i perchè , non sai cosa succederà e nemmeno se succederà
Attraversi una completa abulia nella quale ti senti solo devastato dalla fatica ed hai la necessità di uscire dalla situazione .
E’ un controsenso ma lo fai proprio raccontando quello che ti sta succedendo, entrandovi ancor di più forse proprio per rifar tuo il sapore dell’obiettivo .
Non è un controsenso .
So quanto sia importante per lui quella sfida, c’è un conto aperto.
Stagioni passate a correre ad ogni ora del giorno e della notte, sacrifici immani, fatica nel trovare incastri tra lavoro, famiglia e sport.
Ci sono infortuni che lo hanno costretto al ritiro in edizioni precedenti , c’è la forza di un babbo che rinuncia alla partenza guardando le proprie bimbe impaurito da un eventuale incidente .
Ci vuole del coraggio ad interrompere un sogno coltivato per mesi e mesi all’ultimo istante, è una decisione che vale tanto ed che, almeno personalmente, comunica il valore/ i valori di una persona.
– arrivo in fondo !!! esclama deciso
E’ un tuffo al cuore, una sensazione profonda, piango ancora ma questa volta di felicità.
Non credo di apparir presuntuoso se credo di riuscire a sentire/capire quello che passa dentro a Cristian in quel momento più profondamente di altri .
E’ qualcosa di grande , intenso , vero, capace di sbalzarmi da un polo all’altro del pianeta emozioni.
-Ci sentiamo all’arrivo gli dico e già torna Rodolfo
……. che roba, che balzi, che giornata
mi fermo respiro,
ringrazio
vivo





