
Questa foto di Parco Nazionale del Serengeti è offerta da Tripadvisor.
4° maggio 2020 giorno che probabilmente da tutti gli sportivi Italiani diventerà una ricorrenza talmente potente da oscurare la festa dei lavoratori .
La ripresa del movimento nella condizione di libertà,
basta rulli,
basta micro circuiti da criceti,
basta tapis rulant e sali-scendi di scale,
finalmente si potrà tornare a scorrazzare liberamente mantenendo, naturalmente, la distanza di sicurezza ed evitando assembramenti.
Ma come staranno i nostri muscoli ?
Come sarà la nostra forma ?
…e la nostra mente ?
E come reagiremo alla situazione che scopriremo oggi muovendoci sulla strada ?
Sicuramente non potremo pensare di esser ancora quelli di due mesi fa e questo vale anche per gli sportivi più sportivi ed i professionisti.
Per quanto esercizio possiamo aver fatto la nostra forma fisica ne avrà sicuramente risentito allontanandoci dallo standard che faceva ormai parte di noi e della nostra quotidianità.
Sotto ad un profilo fisico, ma non sta a me dirlo, il mio pensiero e la mia esperienza suggeriscono di ripartire lentamente, dando la possibilità alla struttura scheletrica e muscolare di riappropriarsi delle dinamiche sfumate nel corso questo lungo periodo ( sicuramente il vostro tecnico sarà in grado di suggerirvi la strada migliore vista la vostra condizione attuale).
Sotto un aspetto prettamente mentale avere un atteggiamento consapevole di quella che è la situazione reale è BASILARE.
Allontaniamo qualsiasi aspettativa e riprendiamo dalla base, non possiamo certamente riprendere l’attività con il pensiero di correre sotto i 4 min/km (per fare un esempio) piuttosto che tenere una media dei 35 km/h in bici (altro esempio).
Forzare per raggiungere questo risultato soddisfando il proprio ego sarebbe dannosissimo sia fisicamente che mentalmente in quanto restituirebbe una delusione che inciderà sul continuo della ripresa.
Consapevolezza quindi, la piena consapevolezza di quanto abbiamo passato e di come siamo stati costretti a modificarci per vivere al meglio questo periodo.
Ripartire con ben chiaro in testa questo concetto posizionerà automaticamente la nostra mente su un altro livello capace ti trasmettere al nostro inconscio nuovi dati facendogli dimenticare, almeno momentaneamente, quelle che in realtà sono le nostre prestazioni/capacità.
Secondo aspetto che mi sento di consigliarvi:
amplificate al massimo la connessione tra fisico, mente ed ambiente in cui vi muovete e premuratevi (al termine) di annotare (scrivetele su un quaderno) tutto ciò che percepite (sarebbe gran cosa farlo come abitudine), i piaceri, i disagi, le difficoltà, le emozioni, gli aspetti positivi e quelli negativi …. tutto insomma.
Questa abitudine sarà un grande tesoro per voi stessi e vi darà la possibilità, confrontandovi col vostro tecnico o con il vostro accompagnatore mentale, di avere importanti feed back preziosi per scegliere la strada più indicata verso il ritorno alla vostra normalità.
Fatta questa importante fotografia, per rendere al massimo ed essere più incisivi necessitiamo di un preciso OBIETTIVO.
Solo avendone uno ben definito saremmo in grado di sapere qual’è la strada giusta da percorrere, non saprei mai cosa mettere in valigia se il mio obiettivo fosse andare in vacanza, ma saprei invece cosa mettere nel caso il mio obiettivo fosse andare alle Maldive.
Certo definire oggi obiettivi agonistici vista l’incertezza che regna sull’organizzazione di eventi sportivi risulterebbe complesso ma noi, al momento potremmo deviare proprio su un aspetto prestazionale personale, esempio il tornare a tenere una certa prestazione per una determinata distanza cosa che permetterà, qualora la gara X venisse confermata, di affinare la preparazione spostando e reincorniciando l’obiettivo iniziale.
Fatto tutto questo la differenza la faremo NOI, con la nostra passione, motivazione ed il nostro sentirci attivati verso il raggiungimento dell’obiettivo.
Come capita sempre nelle ripartenze e, sopratutto, nell’affrontare qualcosa di nuovo all’inizio sarà tutto facile perché a guidare la barca saranno euforia, gioia, divertimento.
Col passar di un tempo più o meno lungo queste sensazioni sfumeranno lasciando il posto a nuove e reali sensazioni in arrivo direttamente dal campo.
Saranno quindi la fatica, gli imprevisti, le delusioni di aspettative non raggiunte a prendere il comando, condizioni che si porranno davanti a noi in maniera più imponente del solito rafforzate da un periodo in cui “l’impigrimento” ha comunque avuto un terreno fertile su cui affondare le radici.
Ricordiamoci sempre che l’uomo in quanto animale ha un istinto pigro che tende ad avere il sopravvento se non contrastato dalla ragione e volontà. Basti pensare a come vive un gatto, un cane o la maggior parte degli animali , è lo stesso modo in cui vivremo non se non avessimo gli stimoli dettati dalla ragione.
Cosa rende possibile il nostro continuare verso l’obiettivo anche quando queste sensazioni prendono il sopravvento ?
Il nostro esser disposti a soffrire.
Seat Godin nel suo libro “Il Vicolo Cieco” descrive questa fase col nome di “Fossato”, appellandolo come “Luogo del Successo” o comunque (aggiungo io) come unica strada per intrapprendere la via verso il successo.
Dobbiamo essere disposti a soffrire ed entrare nel fossato.
Il fossato è un luogo difficile da oltrepassare, un posto ameno in cui sacrificio, costanza e motivazioni sono basilari, un luogo che obbligherà ad imparare vivere fuori dalla nostra comfort zone.
Sarà importante , viverlo, conoscerlo e capirlo, sarà importantissimo amplificare la connessione mente e corpo per trarne il massimo profitto.
DOBBIAMO essere disposti a farlo se realmente vogliamo perseguire il nostro obiettivo.
Un semplice esempio ci viene dalla maratona, la distanza regina del podismo.
42,195 metri che possono essere fantastici come possono trasformarsi in una “tragedia” che rischia addirittura di allontanarci dal podismo.
Com’è risaputo il punto critico della maratona arriva dal 32/34 km in avanti quando la nostra muscolatura e le nostre risorse fisiche cominciano a scarseggiare.
Se vogliamo fare una maratona dobbiamo essere disposti a soffrire e stringere i denti per oltrepassare quella difficoltà, dobbiamo metterlo già nel nostro bagaglio.
Se già di partenza non siamo disposti a vivere quesa sofferenza, non ha nessun senso avanzare in questa strada, è molto meglio risparmiare i soldi dell’iscrizione veicolandoli magari ad altre distanze piuttosto che ad altri interessi.
Da oggi succederà questo e sarà una cosa che varrà per tutti (aggiungo in qualsiasi campo in cui ci troveremo a ripartire), perché per tutti il periodo che abbiamo appena vissuto è stato uno stravolgimento talmente potente che ci imporrà oggi la ripartenza.
Un passo avanti l’atro ed un obiettivo ben fisso nella mente, affrontare il fossato sarà la cosa più entusiasmante che potrete regalarvi.
Parola di Pelò 😉
Andrea Pelo di Giorgio
Domani Arriva Sempre
Mental Coach
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