Vengo !
Vengo!
Ci sono !
Grande iniziativa!
Yuppie arriviamo!
Ci siamo anche noi !!!
…eravamo in sei ……… cinghiali intimi insomma ….. io, Cristian Mazzotti, Michele Satta ….Gian, Oliver Mordenti, Riccardo e Fabrizio che però chiameremo amichevolmente Francesco per tutta la serata.
Era piovuto per quasi tutta la giornata annientando a tutti gli effetti l’effetto (ripetizione concessa) polvere alla Pig Pen..
Appuntamento per i trailers ore 7.45 pm al parcheggio del centro commerciale (più o meno) di Pietracuta , ridente paesino che si affaccia sulla valle del Marecchia, con promessa di partenza per le ore 8,00 pm puntuali e minaccia (come da programma) di essere abbattuti dall’organizzazione qualora si superasse la velocità di 7 km/h.
Presentazioni incrociate e in men che non si dica ci si accorge di aver già dato inizio alle cazzate.
Temperatura mite, un tantino umida, ma non fredda.
Cristian mostra subito la sua parte dolorante (tendine d’ Achille Dx) in modo da aver già pronta la scusante nel caso rimanesse indietro.
– Aspettiamo gli altri e poi partiamo . decanta qualcuno
– Partiamo ….. ridecanta lo stesso elemento dopo 5 minuti.
Intimi , ripeto, ma nessun problema, l’importante è la voglia di divertirsi e quella c’era tutta.
Certo una grande delusione nel non vedere in partenza la sagoma di Cristian dopo che l’abbiamo cresciuta, portata a tutti gli avvenimenti importanti per crearle un immagine mondiale …… merce rara la riconoscenza !
Via verso l’alto percorrendo un tratto di asfalto che aveva come compito l’accompagnarci fori dal paese.
Primo pezzo di trail dopo circa 60 metri, un tratto di erbaione all’interno del guard rail che costeggia la strada e rientro su quest’ultima dopo 70 metri neanche ……. Cristian ride di gusto.
Tempo poco e si esce veramente dall’asfalto per prendere una strada bianca arrampicante . Saliamo di quota e la bianca via lascia lo spazio, prima, ad un sentiero erboso che ci inzuppa le scarpe/calze nel giro di due passi , poi ad un tratto dal fondo scorrevole che dopo due passi la scarpa pesa già 5,2 kg in più ed ha un diametro suola pari a quello di un paio di moon boot .
Porno, il cane “caciaroso”, spaventa leggermente Cristian abbaiandogli cose grosse dietro prima di entrare nel bosco facendoci strada tra le frasche selvatiche.
Le luci del giorno lasciano il passo alle ombre della notte e le frontali si accendono “sporcando” l’aria scura con il fascio luminoso.
Il sentiero è bello , stretto a tal punto che raramente permette di salire affiancati .
Si snoda dentro ad un boschetto lasciando di tanto in tanto spazio al panorama che ci mostra tutta la riviera illuminata .
Risate, aneddoti e storie fantastiche colorano il tempo che tranquillamente passa .
Le luci arancioni di un piccolo cimitero illuminano il buio, riempendo quell’attimo di pace profonda e serena.
Avanziamo tranquilli.
Francesco, in realtà fabrizio, nel frattempo fa tattica camminando spesso in fondo al gruppo asserendo che quello è il suo ritmo e che quindi siamo costretti ad attenderlo .
No problem ….. c’era anche scritto sul regolamento.
Un piccolo borghetto dipinto d’arancione dalla luce di un lampione ci accoglie magicamente
– Siamo innocui, ripassiamo fra qualche ora e non saremo pericolosi neanche dopo, avvisiamo.
Poi ancora bosco con saliscendi saliscendi prima di salire ancora . fuori dal bosco , la strada si allarga diventa sterrata mentre la sagoma di San Leo comincia a fare bella mostra di se.
Impariamo da Cristian che il duathlon è in realtà Ping Pong e Boowling e si svolge cercando di ribattere la palla da boowling con la racchetta da ping pong cercando di fare strike passando, naturalmente, sopra la rete.
Il tendine di Cristian duole ma la sfida è aperta, lo stambecco sembra non mollare, qualcuno chiede quante possibilità ci sono di incontrare della figa, Francesco-izio cambia tattica e comincia a piazzare piccoli scatti non fermandosi praticamente mai .
San Leo ci attende , vi arriviamo entrando nel borgo medioevale.
Deserta, calma , tranquilla e arancione.
Caffè e chiacchere nell’osteria prima di prendere la via d’uscita che ci riporterà a Pietracuta.
Un ampio parcheggio pieno di camper.
Incontriamo una donna a spasso con un bassotto tedesco non troppo in forma e forse neanche non troppo tedesco ma, d’altronde, neanche lei era troppo e il suo camper era veramente il più brutto e vecchio tra quelli del parcheggio . la coerente a volte è imbarazzante.
Ci rilanciamo verso il ritorno affrontando la strada che porta ad un bel monastero visibile dall’alto con qualche difficoltà .
– Di giorno si vede meglio, sentenzia Cristian
Il saccottino del percorso viene chiuso in breve tempo e siamo di nuovo nella nella stessa strada dell’andata.
Il malcontento cresce a dismisura tra la folla ma il creatore di percorsi viene protetto perchè, in fondo, ha lavorato con passione.ed innocenza.
Un “CRACK” forte sentenzia che per la lumacona non c’è più speranza, lo impariamo da Riccardo.
A volte la natura è crudele , mettere il cibo per le lumache dall’altra parte della strada …..
Il cimitero dell’andata ci aspetta , il borghetto è già alle nostre spalle quando al termine di un tratto in discesa ci accorgiamo di aver perso Oliver.
Stop di colpo e via al richiamo urlato:
– Oliver, Oliver !
Nessuna risposta per qualche minuto poi il suo arrivo col viso tranquillo e disteso … come cagato.
Conferma e leggero come una piuma riparte per l’ultimo tratto che ci rifarà inzaccherare le scarpe nel terreno scorrevole per poi ribagnarle in mezzo l’erbaione.
Nonostante il tendine dolorante Cristian usa un trucco di Fix per piazzare una volata e impossessarsi del titolo di vincitore inesistente con l’aggravante delle braccia alzate.
Il malcontento riesplode ma viene messo a tacere proprio dal vincitore che con una sporta di spianata e una bottiglia di acqua fresca compra tutti
Sono le 23 quando ci cambiamo gli abiti asciugandoci dal sudore.
Giusto il tempo di altre due parole leggere ed ognuno fa rientro verso la propria casa felice di avere grufolato….. intimamente …..insieme ad altri 5 cinghiali.
GRUNF !!!

