Al giorno d’oggi, specialmente in campo lavorativo, in campo professionale è così importante essere connessi e/o sottolineare il proprio esserlo ? 

Non potrebbe essere che chi deve riporre la scelta su di noi sia in realtà spaventato da questa connessione in progressione continua ? 

In fondo potrebbe essere lecito il dubbio che questa dipendenza, ormai inserita nel nostro DNA, venga valutata come un segnale di facile distrazione dai compiti ?

Siamo così certi che enfatizzare questa connessione sia un vero vantaggio e sopratutto siamo certi che essa lo sia per noi ? 

Ultimamente mi capita spesso di accorgermi ed analizzare quanto mi succede giornalmente. 

Come ormai la maggior parte la tecnologia fa parte della mia vita compresa quella professionale che comprende per molti aspetti la creatività.

Potrei dire che me ne accorgo ogni volta che mi metto a scrivere ma in realtà capita molto più spesso, specialmente quando i compiti del momento riguardano la creatività in cui necessito di stop, più o meno frequenti,  per pensare, leggeree, rileggere, modificare, decidere …..per continuare a  creare insomma.  

E’ proprio in quei piccoli spazi di tempo che la rete mi fa sentire la sua costante presenza, è quasi come se  mi picchiettasse sulle spalle per chiamarmi.

E’ sufficiente quel poco di tempo in più richiesto da quell’idea che non ti viene facile, quella che  non vuole uscire; 

basta quel frangente ed ho già  il pass nella mente, mi da il permesso di distrarmi, allontanarmi, protetta, fra l’altro, da un finto alibi che gli ho appena servito su un piatto d’argento. 

– stacca un attimo che poi le idee arrivano. 

Pc, Mac o Smartphone che sia, ci connettono facilmente ed in maniera velocissima con il mondo e la cosa più grave è che sono e li teniamo, sempre attivi, presenti. 

Senza ormai neanche accorgercene (magari siamo anche capaci di catalogarlo come lavoro ….ricerca), ci ritroviamo a fare il tour di tutte le nostre pagine social intenti a sbirciare commenti ricevuti, commentare/rispondere e ficcanasare sui comportamenti altrui. 

Apriamo pagine su pagine lasciandoci rapire dal potere immenso dell’essere connessi col mondo (sensazione di potenza),  della rete, che ci prende la mano trasportandoci in un ambiente in cui non siamo capaci nemmeno di ricordare nemmeno da dove siamo partiti e cosa stavamo facendo.

Quello che portiamo a casa alla fine di tutto è un grande spreco di energia, di tempo oltre che alimentare una sensazione di incapacità capace, per certi versi, anche di ferirci.   

Una volta ricordato da dove siamo partiti, ammesso che succeda 🙂 , ci rendiamo conto di non aver progredito neanche un centimetro e che forse il tempo rimasto non è sufficiente a garantire il lavoro a regola d’arte come dovrebbe essere.   

E’ necessario saper staccare

sapersi allontanare, cambiare strumenti, “chiudere” momentaneamente la connessione. 

Estraniarsi dal mondo del tutti connessi ci permette di accendere la concentrazione, di vivere noi stessi,  amplificare silenzio, alimentare il nostro “brain storming” lasciando via libera alla creatività che non fa altro che chiedere attenzione e libertà di spaziare per fornirci la ricompensa.

Carta, penna a sfera e matita, sono un passo indietro che mi permetteno di alimentare questa sensazione, di scivolare nell’assenza di confini con la sicurezza che una volta partorita/creata l’idea tutta la tecnologia e la connessione saranno nuovamente disponibili per il miglioramento/perfezionamento di quanto creato. 

Certo è importante essere connessi, ma probabilmente oggi la differenza la fa il saper gestire le connessioni. 

E’  profondamente diverso e molto più appagante

Andrea Pelo di Giorgio 

Domani Arriva Sempre 

Assenza di Confini

Mental Coach