Premetto
Le seguenti righe non intendono raccontare la (nostra) avventura Run For Rhino ma solo cercare di far emergere alcune profonde sensazioni.
I dettagli di questa una fantastica “favola” , evolutasi fino a raggiungere l’eccezionalità nella sua parte finale (il viaggio) restano al momento su fogli elettronici e di carta in attesa di essere, forse, trasformati in un libro/ lungo post o forse chissà rimanere nel mio hard disk
mentale e raccontati a piccoli spicchi in occasioni di chiacchere.
Come sempre ci sono i grazie
GRAZIE a:
– Lisa, il mio amore
– Marco simpatico amico e grande sorpresa di saggezza di vita
– Gea eccezionale, competente ed appassionata professionista oltre che sempre pronta a scattare ad ogni evenienza e piena di simpatia.
– Davide per quanto fatto nel far divenire realtà Run For Rhino
– Poaching prevention Academy -Associazione Italiana Esperti d’Africa
– Ongava Reserve per l’accoglienza e quanto ci ha offerto nel corso della nostra visita.
– Tutti i partner “commerciali”
– Tutti i donatori privati
– e tutti coloro che in qualsiasi modo hanno aiutato anche solo condividendo o parlando di ciò che andavamo a fare
GrazieGrazieGrazie
Niente da fare, non se ne va.
Sono passate più di 3 settimane ed ancora non trova la via d’uscita.
Che soffro di mal d’Africa è cosa certa,
ne sono consapevole dal 2007 anno in cui misi piede in Mauritania facendomi avvolgere, per la prima volta al mondo, da quella magica sensazione di libertà che solo il deserto, il continente Africano, è stato in grado di appiccicarmi dentro.
E’ proprio lì che nacque il mio “Domani Arriva Sempre” ed è grazie a quella meravigliosa sensazione che ha messo le radici quella che oggi chiamo “Assenza di Confini”
La prima di tante esperienze che mi portò gareggiare in paesi come Libia, Algeria, Capo Verde ed anche godermi un periodo di ferie in Congo.
Ogni realtà profondamente diversa, nelle tradizioni, nei modi di vivere , nell’urbanificazione delle città, dei villaggi ma tutte contraddistinte da quell’ unico comune denominatore.
Son passate oltre 3 settimane ed ancora non ha trovato via d’uscita.
Era oltre un anno che attendevo quel momento,
erano ormai tanti anni che non tornavo in Africa per correre e non l’avevo mai fatto per un’impresa personale.
Toccava alla Namibia, giovane stato diventato indipendente dal Sud Africa dal 1990.
Una vera perla dell’Africa, raccontavano tutti, capace di coniugare la mia voglia di assenza di confini con la mia crescente esigenza di compiere dei passi verso madre natura cercando di viverne l’intensità del sentirmi parte integrante di essa.
La mia opportunità si è presentata col nome di Davide Bomben, Ranger e formatore di Ranger per conto dell’ associazione Poachin Prevention Academy che si occupa di proteggere il territorio dagli attacchi del bracconaggio e di insegnar loro (ai Ranger) tutte le tecniche migliori per combattere quella che oggi è una vera e propria guerra.
Davide quel giorno di Ottobre (se non ricordo male) era ospite a Deejay Chiama Italia, intento nella promozione del suo libro “Sulla pista degli Elefanti” e per parlare della piaga del bracconaggio.
Rimasi particolarmente attratto dal personaggio ( a me fino quel momento sconosciuto) e dall’argomento non concependo come la razza umana possa usare violenza permettendosi di distruggere e far soffrire per scopi prettamente economici degli esseri viventi ( tra cui l’uomo stesso) oltretutto facendolo costantemente in modo impari.
Mi lascio trascinare mentre la mia immaginazione comincia a creare immagini viaggiando già in terra Africana.
2+2 fa sempre 4, dentro c’è già un rimescolio di emozioni che chiede di avere un seguito e
quando dentro senti quell’impulso, quel fortissimo desiderio che ti rapisce, non puoi non provare a farlo.
Grazie alle portentose possibilità messe a disposizione da madre tecnologia è bastato veramente un attimo e grazie al tanto criticato Facebook ( va la che se le cose le usi bene ….) ho potuto scrivere a Davide che molto velocemente ha risposto mostrando tutto il suo entusiasmo.
28 Gennaio 2019: esattamente 365 giorni prima appare sul web Run For Rhino corsa solidale che si pone come obiettivo sensibilizzare l’opinione pubblica sulla piaga del bracconaggio e raccogliere fondi destinati a supportare il lavoro dei ranger e la loro formazione curata dalla P.P.A
Il sogno stava prendendo una precisa forma.
Le immagini assumevano una nitidezza più potente e delineata nella mia mente, spesso e volentieri mi ritrovavo su google maps intento a tracciare dei percorsi su di un territorio a me completamente sconosciuto. Completamente affascinato dalla costa, dalle dune desertiche che si gettano sull’ oceano, dalla Skeleton Valley, le riserve naturali ………. le grandi distanze mi invadono ed il pensiero della corsa su quei territori disegna il sorriso sul mio volto
Cerco, esploro, sogno, lasciando libera la fantasia di volare senza alcuna barriera.
Il pensiero mi fa star bene, la motivazione e la passione mi attivano nell’ attuare e seguire tutte le attività di avvicinamento a Run For Rhino alimentando la fiamma del sogno.
Giorno dopo giorno, ininterrottamente dall’apparizione sul web fino alla Riserva di Ongava passando da sorprese che faranno la differenza, una marea di cose da raccontare, da scrivere ma come già detto non saranno i particolari i protagonisti di questo post, lascerò tutta la simpatica/ironica/emozionale “cronistoria” di Run For Rhino al mio forse secondo libro piuttosto che ad lungo post su questo blog o forse la lascerò solamente al mio hard disk mentale per raccontarlo a spicchi in occasione di
chiacchere tra amici ….chissà.
Quello che mi interessa in sede di blog è riuscire a trasmettere le potenti sensazioni che mi (ci) hanno rapito nel corso di tutto ciò che è stata l’avventura Run For Rhino.
Un anno di fervida immaginazione, di sensazioni, di ipotetiche emozioni in grado di farsi sentire vere solamente grazie alla forza visiva immaginaria.
L’attesa di un grande regalo è sempre qualcosa di bello , estremamente potente, a volte più del regalo stesso, noi il regalo ce lo stavamo facendo, ne eravamo estremamente felici e coinvolti anche se ancora non immaginavamo minimamente la taratura della magia che ci avrebbe avvolto.
E’ stato un anno lento, lentissimo che per quanto lento sia trascorso sopra la nostra pelle è letteralmente volato presentandoci fuori dalla porta un 28 gennaio 2020 pimpante come un bambino
alla scoperta del mondo.
Il 28 gennaio 2020 dall’aeroporto Marconi di Bologna parte ufficialmente la fase finale di Run For Rhino con i 3/4 dell’equipaggio (Lisa, Marco e io) intenti a raggiungere Gea all’aeroporto di Whindoek, capitale della Namibia.
10 incredibili giorni perfettamente agghindati con risate, ironia, emozioni, condivisione e rapporti umani, 10 giorni staccati dal mondo che è solito invaderci la mente senza darci tregua, 10 giorni di star veramente bene.
Tutto è funzionato a meraviglia, …. non è andato tutto bene …. anzi ….. sono state parecchie le cose che non si presentavano come avevo previsto (organizzare l’Africa dall’Italia non è cosa scontata), non c’era giorno che qualcosa (anche di non poco conto) non andasse per il verso giusto ma in questo tutto funzionava splendidamente.
Era il modo con cui gli imprevisti venivano assorbiti, valutati e risolti che lo rendeva tale grazie ad un team dotato di spontaneità nelle mansioni e senza necessità di ruoli assegnati a priori.
Ironia, leggerezza, semplicità e decisione ed ogni imprevisto/difficoltà si trasformava in una opportunità per variare e rendere ancor più bella e motivante la strada verso l’obiettivo finale .
Un vero e proprio team antifragile capace di sfruttare lo stress per ottenere miglioramenti continui.
Intorno a noi la meraviglia, la sensazione costantemente regnante di esser parte dell’ambiente naturale.
Esserne parte, non dentro;
cambiano le sensazioni, la percezione è un altra, come lo è il ritmo del cuore, del respiro.
La consapevolezza di poter incontrare, vedere in qualunque attimo/parte un qualsiasi animale è capace di infonderti in maniera potente il piacere della natura innalzando l’incredulità del perché l’umano non capisca o anteponga altri interessi.
Mi piace definirla libertà per osmosi è una sensazione talmente potente ed appagante che se ci fosse la possibilità di trasferirla attraverso un semplice link la regalerei a tutti.
La sensazione inattesa che impera in me è la non paura , la voglia di vivere profondamente quel presente così mi sono lasciato cullare da senso di appartenenza e tranquillità che madre natura sa infondere quando ti comporti correttamente rispettandola e che solo chi è in linea con essa riesce a percepire.
E’ stato così che nell’allegra semplicità delle nostre giornate sono passati sotto ai nostri occhi ( e dentro al nostro essere) paesaggi mozzafiato corredati da una variabilità imprevista di panorami; interminabili piste che si srotolavano sotto ai nostri passi andandosi a perdere in orizzonti estremamente motivanti anche se percettivamente irraggiungibili;
animali mai visti così da vicino o se visti mai visti in condizioni di habitat naturale (vera libertà);
battaglioni di farfalle, libellule di cui ormai avevo dimenticato l’esistenza intente a danzare nell’aria pulita;
fenomeni naturali come i dust devil o semplicemente il vento che repentinamente si alza per poi sparire liberando la potenza del sole sul corpo.
Ci muoviamo avvolti da un calore talmente potente capace di cuocerci la testa come fosse un uova fritto.
Bere, gettarsi l’acqua sul capo per abbassare la temperatura corporea, proferire battute modello brain storming, ascoltare con interesse per poi schernire chi aveva parlato erano le nostre continue piccole ricompense che alimentavano sempre maggiormente lo splendido falò che eravamo stati capaci ddi accendere.
Namibia: gentilezza, pulizia e ordine fusi insieme alla spettacolarità di un territorio dotato di piccoli paesini e insediamenti dispersi in una meravigliosa vastità più assoluta.
Il ritmo dell’Africa l’immenso continente non ancora rapito dallo stress di dover fare le cose in tempi velocissimi, il posto dove ancora il valore del momento presente esiste ancora e che, solo se ci FERMIAMO a ragionare un attimo, estraniandoci dal mondo che viviamo, possiamo capire quanto sia importante per la qualità della nostra vita.
Continuo a ripeterlo e ne sono sempre più convinto:
– ogni dottore dovrebbe prescrivere almeno 15 giorni d’Africa ai propri pazienti.
La potenza di un obiettivo capace di trasformare la fatica in piacere. Il piacere della corsa in spazi liberi, gli impagabili momenti di solitudine in cui io diventa IO, in cui mi sento piccolissimo di fronte all’immensità che sto varcando e proprio per quello mi percepisco grande.
C’è dentro la sensazione di fare un azione buona e farlo alimenta il cuore,
c’è il piacere di amicizie che crescono ed altre che si creano nella condivisione di una favola;
ci sono rituali come la colazione e la cena che acquistano un valore importante sostituendo e migliorando il tempo che normalmente dedichiamo alla tv annientando, il più delle volte, la comunicazione.
Battute, organizzazione, gesti, sorrisi, ascolto ….. magari attorno ad un fuoco (per rispetto delle tradizioni) nonostante la temperatura di oltre 30°.
Il verso degli sciacalli, gli escrementi di rinoceronte a 50 metri dal camper piuttosto che le orme del leone a pochi metri dal nostro tavolo , un geco mangione, i leoni Marani ….. OPS non dovevo dirlo, (spiegherò nel forse libro 🙂 ) sono solo alcune tracce capaci di cambiare le sensazioni, capaci di farti sentire la loro presenza anche quando tutto è tranquillamente inerme.
Sei lì proprio in casa loro, lo percepisci dentro nutrendoti di questa sensazione unica.
Poi c’è l’emozione del finale completamente diversa.
Nuova, intensa, possente e trapassante, capace di confermarmi (già lo sentivo dentro) che la corsa in se per se aveva in fondo un valore molto relativo, 400 , 300, 200 km non era importante, nulla avrebbe tolto il valore e l’importanza di Run For Rhino e nulla ci avrebbe tolto la magnificenza che stavamo vivendo minuto dopo minuto.
Tutti protagonisti assoluti in un avventura in cui ognuno di noi ha corso o camminato e fatto per onorare l’evento in cui abbiamo messo il cuore.
La percettibile sincerità e profondità d’animo con cui Stuart Crawford, il manager di Ongava Reserve,
stingendomi la mano mi ha detto:
– quello che avete fatto è meraviglioso.
è bastata per rendermi l’uomo più felice del mondo ,
non chiedevo veramente altro
Andrea Pelo di Giorgio
Run For Rhino
Domani Arriva Sempre




