stanotte.
Alle 4 mi sono svegliata e veniva giù l’universo,ho pensato a
recuperare Clooney che era rimasto fuori,ho pensato a te e a quanta acqua stavi
prendendo,ho pensato a tutte le preoccupazioni che avrebbe avuto la Giuly in
questa occasione,e ho pensato che essendo molto simile alla Giuly le ho
anch’io……..Poi ho pensato che tutto stava procedendo nel migliore dei modi,che tu stavi procedendo verso il tuo traguardo un passo
alla volta,che tutta la fatica e la stanchezza di questa impresa è niente in
confronto alla soddisfazione che ti stai portando dentro,che arriverai alla
fine distrutto ma col sorriso stampato nei tuoi occhi….. Allora ti ho
lasciato alla tua corsa,ho rifocillato la bestia,gli ho ridato una sembianza da
gatto e siamo tornati a letto…. con te sempre nel cuore…. “
È
anche questo , un messaggio che ti fa inumidire gli occhi
, che ti racconta come tu sia riuscito a
trasferire, trasmettere quella cosa
grande che provi nel seguire la tua passione.
di essere compreso , che chi ti circonda pur preoccupandosi alla fine è felice per la gioia che ti stai regalando.
che ragiona la sua preoccupazione , lo sapeva Giuly che da splendida
mamma preoccupata per il proprio figlio
aveva impiegato un po’ più di tempo a percepire quanto fosse importante per
me questo modo di essere ma che
negli ultimi anni mi donava dei
sorrisi che parlavano da soli.
sa Paola,
bene che mi seguono in questo mio divagare fisico mentale.
di riuscire , nel mio piccolo, a regalare (trasmettere) emozioni è di per se un
emozione unica ed un grande, grandissimo,
regalo per me stesso .
le 4,00 quando la sveglia canta la sua melodia
, non sono in grado di affermare se stessi dormendo o se fossi sveglio immerso in quello stato in cui i pensieri dominano .
limite massimo è fissato per le 4,15 minuti , al terzo rintocco della sveglia
telefonica che mi chiama suonando “Terra degli uomini” di
Jovanotti.
l’ora Andrea.
scendo dal letto , saluto nell’ordine Paola, Rodolfo e Matilda (i bimbi
inglesi)
passaggio a Deejay Chiama Italia aveva
definitivamente sancito ed ufficializzato quella che fino ad allora (primi
giorni di luglio) era solo un idea , un
intenzione celata , d’improvviso divenuta una realtà conosciuta da chissà
quante persone .
biscottate e marmellata, la mente vagava già in altri lidi amplificando
quella sensazione di surreale che mi attanaglia ogni qualvolta affronto
una sfida con me stesso.
saluto veloce ai bimbi, che ancora si chiedono il perché di una sveglia così
anticipata e sono già a Milano Marittima
, bagno 340, Giovanni & co ci
attendono .
una sensazione diversa quella che ho dentro , un respiro diverso , fluido, non
affannato ma che non riesce a sfruttare
a fondo l’aria che c’è a disposizione ,
il cuore lento e dal battito
secco fa sentire la sua presenza quasi “rettilea” da pre letargo . Gli occhi , i miei occhi, mi
osservano, captano le mie emozioni , le mie paure, la mia convinzione, la mia sicurezza , le mie
espressioni .
che mi circonda entra nei miei polmoni , il canto del mare mi avvolge con la
cadenza della sua voce
in un buio magicamente macchiato di rosso
cura, immenso e fiero , interrotto solo
da qualche scogliera prima di perdersi nell’infinito.
ad ospitarmi per qualche ora cullandomi
nella sua immensa magia
l’auto , preparo e mi preparo.
suo “lavoro” di cacciatore di attimi .
la prima volta che ho al seguito un
fotografo professionista , mi fa come sentire un po’ importante ( mi piace raccontarmi questa favola
dell’importante J ) .
sua spontaneità , nella passione che
mostra sia nella fotografia in se per se che nel seguire il mio evento , c’è la
bellezza di una persona ancora sconosciuta.
minuti passano sfruttando la modalità lento/veloce .
sento già tutti dentro , indosso colei
che da ormai 2 mesi mi accompagna in
tutti i miei allenamenti natatori , non mi fa neanche più caldo, è un comodo
pigiama , …la mia amica muta UX2
…. la riva mi aspetta .
magico , ti emoziona solo ad essere
presente .
muta vagando mentalmente dentro alla mia vita .
E’ una prima scissione tra corpo e mente
quella che capita in quel frangente .
un pensiero profondo e intenso , un passaggio veloce, tracce
di vita, tante emozioni dentro ,
lì a poco sarà movimento …… pazienza
….mente .
l’attimo , cerco il respiro profondo , ho già guardato quello specchio d’acqua
così favoloso in ogni suo cm , ho già
ringraziato il Signore per avermi concesso un mare così liscio , così perfetto
e un emozione così grande da vivere.
bacio a Paola , qualche stretta di mano , la
lancetta raggiunge le 6,00 .
passi un tuffo molto tranquillo e sono orizzontale nel bel mezzo di quel quadro naturale .
prima, Claudia poi mi accompagnano nuotandomi a fianco,dietro,davanti…..nei
dintorni vagando per lo specchio d’acqua
e l’immensità di quell’ambiente , il mio corpo che ci scivola dentro, la solitudine più completa . Mente e occhi liberi di correre fino a perdersi
nell’orizzonte in mezzo a quel rossore che presto sarà una veloce culla per il
nuovo sole . Sentirsi parte di un eco sistema che non è il tuo …è quella
la magia
meno dispersiva possibile , non ho fretta.
un mare di sensazioni da gustare, tanti piccoli traguardi da raggiungere che messi
uno vicino all’altro formeranno quel primo numero che è terribilmente lontano
se pensato in quell’istante .
libera, percorso libero , responsabile
del conteggio chilometrico il fido Garmin 910 .
spaziare fino alle foci del savio per poi allungarmi al porto di Cervia con passaggio
al 340 dopo 4 km e successivamente 12 km.
è qualcosa di spettacolare , veramente da togliere il fiato .
questi due anni , grazie alla manifestazione “Alba N(u)otevole” spesso mi è capitato di trovarmi in acqua
mentre il sole sorge ma raramente , mai
direi, ho avuto la possibilità di
osservare un alba così maestosa con un sole così grande .
bella e potente che spesso optavo per la respirazione a dx ( a me poco
congeniale e naturale) pur di non perdermi un tale spettacolo .
pedalone scivola al mio fianco , sento i click continui di Massimiliano insinuarsi nelle orecchie mescolandosi col rumore dell’acqua , lo
vedo vicino ….. magistralmente guidato da Paola .
per le fasi iniziali quelle in cui la
natura arricchirà con il suo spettacolo i file
che la professionalità di Max
sarà in grado di fermare.
tempo di far staccare il sole dal pelo dell’orizzonte per vederlo cambiare rotta lasciandomi immerso nei miei pensieri oltre che nella vastità del mare .
libero.
prima fase sarà seguita da una
seconda parte ellitica tutta nei
pressi del punto base . Gli anelli irregolari disegnati attorno alle scogliere diverranno dopo l’ora
di pranzo anelli schiacciati all’interno
di esse per una protezione maggiore dalla forza della corrente marina.
fastidio derivato dal caldo e nessun
problema di stomaco ne di disidratazione.
Soste al punto rifornimento molto più rade rispetto alla prova di
qualche mese fa in piscina, una forma migliore, un ambiente migliore.
limpida , l’assenza di meduse mi permetteva di nuotare sciolto gustandomi ogni
piccola sensazione derivata da quel movimento . il rumore della bracciate che
“picchiano” con grazia l’acqua, il fruscio nelle orecchie perennemente fuori
dalla cuffia , l’immagine della spiaggia vista dal mare e l’orizzonte
irraggiungibile .
collo , tricipiti , mi lascia
vivere facendosi sentire maggiormente quando riparto dopo gli stop rifornimento .
il caratteristico rumore silenzioso della bicicletta diventa il protagonista mentre i click della macchina fotografica, le incitazioni e gli applausi
sfumano dalle mie orecchie.
fruscio dell’aria, lo sguardo libero (spesso impegnato a guardar la strada), la
Scott
tratti di solitudine mentale.
di una volta mi guardo con estraneità quasi a non capire il perché
come una realtà non vera ….
so, lo sento sul fisico, sul corpo, nelle sensazioni ….l’aria , il sudore che
nasce eppure ci sono frangenti pronti a rassicurarmi che in realtà non lo sto facendo, forse lo sogno solamente, in fondo perché farlo …? … non avrebbe nessun senso.
una sensazione strana, molto forte, spesso mi tiene sul confine ma in realtà non ha speranza alcuna.
il perché di quello che sto facendo, quello che mi regalerà e quello che già è riuscita a donarmi.
un problema alla luce anteriore che cade (grazie alla solita disponibilità di
Clandio
Surfing Shop) e fuggo dalla riviera attraversando la splendida oasi naturale di Cervia.
importante arrivare alle salite alle difficoltà
perché mi permetteranno di
dividere in tante parti quella distanza così lunga ed impegnativa
un grande gioco mentale quello che metto
in atto, che mi aiuta a non perdere gli stimoli mentali e che sprona il mio
fisico a non subire l’asfalto ma ad aggredirlo
nel percorso NoveColli Running è al Ponte Nuovo di Cesena pochi km prima della
salita d’apertura , l’inizio di una
lunghissima via che si snoda nella romagnolità solcando splendidi e colorati scenari delle colline, attraversando piccoli e
caratteristici paesi per far rientro al mare sul lungomare di Cesenatico.
diversità di due giri identici avvolti
ora nelle ombre della notte ora
irradiati dal sole . Panorami che transitano dal mistero poetico alla
bellezza di un panorama limpido che permette agli occhi di correre veloci e
liberi .
modi differenti di pedalare la strada , ovattato nella notte, seguendo un
fascio di luce che si apre partendo dal tuo manubrio illuminando i metri subito
davanti rilegandoti ad una andatura controllata specialmente in discesa contro le briglie sciolte che tanto gusto e libertà mi hanno dato
durante il giorno.
al solito …pazienza , continuare a muoversi mentre il tempo fa il
suo semplice dovere ….. passa.
arriva sempre, la considerazione maestra, più che mai utile nella frazione
ciclistica che pur non essendo la più lunga, per uno strano gioco del destino,
è quella che soffro maggiormente.
un discorso mentale che porta la corsa
ad essere considerata come la volata finale per il raggiungimento dell’emozione
. Poco importa se sarà la più lunga e difficile fisicamente, lei è quella in
cui riesco meglio, in cui mi sono cavato e sto cavando ancora delle belle
soddisfazioni (agonisticamente parlando) ed è indiscutibilmente quella che
fattivamente mi porterà ad attraversare la linea di finisher .
bici , ahilei, rimanendo là nel mezzo è
ancora distante e può garantire poco oltre al fatto che di emozioni agonistiche
non me ne regala (non gareggio) e spesso mi offre, gratuitamente, degli
indolenzimenti in zona vertebre cervicali e trapezio che me li raccomando .
buono ha invece lo spirito da randonne che è riuscita a trasmettermi
partecipando a varie manifestazioni in campo italiano esaltando il fattore km
rispetto al fattore velocità.
strada scivola sotto alle mie ruote, mi
accorgo di stare bene, di mantenere una reattività e freschezza muscolare
invidiabile, una dopo l’altra le salite si presentano ed io con un vigore anche
in crescendo, le affronto tutte con
cipiglio , sempre sui pedali senza
scompormi .
salita ha un ricordo preciso, qualcosa che la distingue , la ricorda sia nel
primo che nel secondo passaggio.
la seconda salita, la ritengo splendida per il suo esser capace di portarti
come fuori dal mondo, attraversando frazioni che ritieni tali solo per la
presenza del circolo arci e capace di solcare una natura dall’aspetto ancora
molto sano ospitante il più bell’ allevamento di bestiame della zona .
dopo al circolino Arci , curva a destra e la sotto li vedi
in mezzo al terreno . Maiali allo
stato brado che ancora fanno la vita da maiali spaparazzandosi nel fango e
girando tranquillamente per in uno spazio vastissimo . Con loro capre, mucche,
asini . i classici pagliai , vasche in cemento per il pranzo e tutto quello che si trovava negli
allevamenti di tanti anni fa.
un piacere vederlo, mi lascia sempre un gran sorriso sulla bocca riportandomi
alla mente i tempi in cui gli eccessi non esistevano e quando anche
gli animali “da nutrimento” vivevano ancora con dignità.
porta alla Pieve può esser considerato
quasi un evento.
entrambe le salite , notturna e diurna, la sensazione è sempre quella , ….non
finisce mai .
se per se non è una salita dura o per lo meno non lo è fino all’ ultima parte ma
è capace di consumarti mentalmente
grazie anche alle segnalazioni stradali
che giocano un po’ con le distanze lanciandoti pugnali nella schiena che lasciano il segno pur sapendo
benissimo come stanno le cose . E’ in questi casi che vorrei attivare una
petizione affinchè le distanze di un paese venissero prese tutte
da uno stesso punto .
piedi , ma è veramente molto bella e si fa perdonare con una bella discesa impegnativa, che ti allunga fino alla successiva a mio avviso molto impegnativa.
che con i suoi 5 km costanti ed un paio
di scherzetti finali nei quali ti illude di essere finita per poi
piazzarci due strappetti niente male.
entrambi i giri , e a dire il vero sempre, mi da più fastidio questa salita
rispetto alla più blasonata e successiva …il Barbotto.
sarà proprio per il nome e per il blasone che si porta addosso che io la
attacco sempre con cipiglio e motivazione riuscendo a sconfiggerla più
agevolmente rispetto ad altre.
tratto post Barbotto è uno di quelli più lunghi ed interminabili , niente di
che , dei su e giu che alla fine dei conti
non ti fanno riposare quasi niente e che ongi volta che li passo mi portano
alla mente tutti i cloro che asseriscono “ dai che dopo il barbotto scende
tutta”
Sto cazzo ! mi scappa
da dire .
impresso anche il monte Tiffi ….. 5° salita, corta ma ignorante come pochi che mi
ha visto, nella seconda tornata,
protagonista assoluto delle “telecamere” telefoniche di Inbici mentre il
commentatore d’eccezione Michael la ricordava come 6° ……ma la professionalità
dov’è finita? .
e con manto stradale non proprio dei migliori
Pugliano che porta finalmente a
lasciarsi alle spalle San Leo compagno visivo di quasi tutta la seconda parte
della NoveColli e causa , per i più
distratti anche ad un errore di percorso
che mi fa allungare di qualche km . Agevole il passo siepi, ella e
veloce la discesa che riporta a Ponte Uso che lascia spazio all’impegnativo e
carognoso Gorolo con il suo finale al
17% duro al primo passaggio , al secondo ed anche a quello a piedi.
Sogliano a Cesenatico seppur gaudente di una bella visuale il percorso diviene
abbastanza antipatico, a causa dei suoi mangia e bevi ed per la perdita delle salite che impegnavano
sicuramente il fisico ma che coprivano
egregiamente il ruolo di piccoli
traguardi da raggiungere.
primo cambio driver viene effettuato con successo , le comunicazioni telefoniche, l’uso della vettura di supporto
driver rasentano la perfezione e in men che non si dica ritrovo Claudio
Mercuriali alla guida del camper mentre vengo sorpassato da Oliver e
Massimiliano di rientro verso le rispettive famiglie.
fine di un primo giro senza problemi , fatta eccezione per la foratura nella
discesa da Perticara in occasione della quale ancora una volta mi sono resoconto
che è utile controllare il tipo di camere d’aria di scorta confrontandole con il
profilo del cerchio (solo una botta di
culo è riuscita a far si che la pompa
riuscisse ad aggrapparsi ai pochi millimetri che fuoriuscivano per portare la camera d’aria in pressione) è
stata festeggiata in un insipido bar sul
viale parallelo del lungomare di Cesenatico che ci ha offerto a pagamento (è
solo un commento ironico) una discreta e rinvigorente colazione.
approfitta di questa prima pausa (per lui,
noi non so quante ne avevamo già fatto) per presentare, in una conferenza stampa per pochi
intimi, la sua doppia veste di driver-nutrizionista. Non posso che apprendere
la news con estrema soddisfazione …. Un pensiero in meno.
momento il problema più grosso sembra quello di trovare un punto di incontro
con Luca che sta sopraggiungendo da
tutte le colline cesenati contemporaneamente .
la fantastica Scott, con la quale ho più volte dialogato nella notte,
verso Cesena mantenendo la solita velocità di crocera.
con Luca avviene più o meno intorno a Macerone
…. forse anche prima .
subito che non sarei stato in grado di staccarlo, quindi mi tranquillizzo e
predispongo ad un discorso prettamente incentrato sul triathlon , allenamenti,
risultati, gare future, triathlon, allenamenti,risultati, gare future ,
allenamenti triath…….
tratta sicuramente di una buffa coincidenza ma vengo attaccato da una crisi di sonno
paurosa che mi mette , a tratti
veramente in difficoltà.
camper approfittando della presenza di Luca si è portato avanti , anche per
concedere un minimo di riposo a Paola ,
praticamente sveglia dal giorno prima,
togliendomi, di conseguenza, la possibilità di un micro sonno (stavo
bene quando si è allontanato) .
parole di Luca in quel frangente entravano nelle mie orecchie come suoni strani che recepivo molto
raramente, la mente era in continua lotta per uscire dal ciclico tunnel del
sonno.
circa 40 minuti per dimenticarsi di quel problema e riprendere come se niente
fosse …40 eterni minuti durante i quali le provi veramente tutte per
far uscire la mente praticando anche
giochi mentali che , se li sapessero, anche i bambini ti schernirebbero.
mi viene incontro la grande madre Cina presentadosi nei panni di un bar (subito dopo al pinte
nuovo di Cesena) dal nome prettamente americano “Sinatra” … buffo connubio ….
veloce.
la bici al muro è stato un sollievo , la brioches cinese ( costava uguale alle
italiane però) e soprattutto il fresco
del Red Bull mi hanno donato una sferzata di brio facendomi sparire ogni ombra
di sonno .
riparte, le salite sono alle porte e finalmente il gioco del 9 poteva
riprendere.
poco, giusto una Polenta (seconda salita) per ritrovarsi ancora una volta nelle
splendia e SIM–PA-TICISSIMA SIM-PA.TICISSIMA Pieve
di Rivoschio .
volta c’è il sole che mi permetterà di vedere di la bellezza del “mio” allevamento allo stato brado ma anche di vedere chiaramente la lunghezza
della bellissima Pieve di Rivoschio.
cartelli, soliti i giochi
chilometrici delle segnalazioni
stradali e ormai soliti anche i punti di
riferimento .
dei tornanti inizia la parte più dura che tendenzialmente frega la memoria
facendola ricordare piu corta .
gocce di sudore colano abbandonando la fronte per esplorare il viso, alcune gettandosi,
con sprezzo del pericolo, dalla canappia nasale, alcune attraverso la dolce strada attorno alle sopracciglia.
svalico della Pieve il camper, dentro al
quale si respira sempre un ottima aria pimpante, allegra e spronatrice, è
parcheggiato all’ombra e già si sta lavorando per il pranzo (prima di quel
momento mi era stata consegnata qualche barretta dal nutrizionista)
che viene servito dopo pochi minuti.
minuti di sonno in mansarda mi staccano completamente da tutto effettuando una ricarica
rapida, Paola dorme con me, Claudio gironzola fuori mentre Luca percorre
qualche altro centichilometro.
in discesa, è giorno …si vede bene e
finalmente mi posso godere quelle strade pendenti verso il basso come fossero
un premio per l’obiettivo salita raggiunto .
che volo in tutte le discese della
giornata divertendomi a giocare con le frenate ritardate, a correggere la Scott (fantastico come la tieni in
mano) quando sbagliavo l’impostazione fino
a fare tratti anche abbastanza lunghi senza mani per infilarmi il
giubottino antivento Skinfit (che mi veste con qualità e comodità)
che risultava alquanto nervoso sotto agli occhi preoccupati di Paola che mi
dava dell’incosciente.
Luca prima della salita del Barbotto che affronto con il solito cipiglio e
grinta.
sole è stracaldo, la divisa è intrisa mentre le gocce di sudore continuano ad
inseguirsi (comode ) sul viso .
bene, amo quella temperatura, la sensazione
del caldo sulla pelle , me la godo mentre sono sui pedali e respiro a bocca
aperta mantenendo la cadenza di pedalata .
vetta c’è il premio gelato che diviene gelati
(sono stato bravo) e caffè al Bar
ristorante del Barbotto.
mano di colli alla fine ciclistica
….. 2 su 3 , sono avanti .
monte Tiffi , spronato dalla voce del cronista Micheal, entro nel personaggio ciclistico dal quale
però ne esco immediatamente capendo che era una fatica inutile .
ad avere buone sensazioni e continuo ad affrontare le salite con la
medesima decisione e forza …. Anzi sono
migliorato .
sui pedali , composto e con un ritmo decente , mai in affanno e mai in difficoltà mentale e da bravo cavallino
vengo premiato con un po’ di carruba Enervit dal fido Claudio che è riuscito a dare un impronta di precisione
molto importante al mio solito casino alimentare .
sotto le ruote Perticara, Monte Pugliano
, Passo Siepi ed anche il temibile e Gorolo
che lascia il posto al solito tratto merda (in senso buono).
glielo faccio comunque notare (al percorso)
in fondo mi stava accompagnando
al termine di quei lunghi 430 km.
al parcheggio camper è intorno alle 23 di notte ( sopraggiunta un’altra volta vista la velocità delle non più elevate) un
orario sicuramente tardivo rispetto al giro che mentalmente mi ero raccontato
(capita spesso) . In programma una partenza
in notturna dopo qualche ora di sonno
sfruttando come driver Claudio …non appena fosse riuscito a chiudere il
Surfing Shop.
impatto ragionevole con la realtà , suggerita anche da Claudio il driver del
momento consigliava un riposo un po’ più
tranquillo che si , avrebbe fatto perdere tempo
sul momento , ma avrebbe dato la possibilità di una frazione podistica
più incisiva che avrebbe portato a
recuperare più tempo di quello perso nel sonno
oltre a farmi gustare una frazione podistica meno ciondolante.
veloce doccia per togliermi tutta la patina di sudore prima di un sonno piombo ….dalle 00,00 alle
6,00 del mattino.
risveglio non è affatto traumatico, c’è la voglia di iniziare l’ultimo atto
dirigendomi verso quella linea immaginaria che rappresenterà un grande
traguardo personale.
gambe stanno bene , non presentano dolori ne particolari indolenzimenti, certo
non sono freschissime e pronte a fare uno scatto poderoso ma ho sentito di
molto peggio nelle mie esperienze.
sperimentando la nuova tecnica di reintegrazione energie consistente nel fare
gli schiacqui dal dentifricio con una borraccia di G Sport Enervit .
Piero e Simona ai quali dico, visto che
devono fare un po’ di spesa ed altro,
che seguo il percorso Novecolli .
di un arrivo nel giro breve parto senza
riserve di nessun genere gustandomi un ritmo decente e una fluidità di corsa
slowmotion gradevole del tutto ignaro
che Piero non conoscesse il percorso e che per Novecolli intendesse la
classicissima del ciclismo e non la running .
colli, stesse difficoltà , stesso arrivo
ma un’unica differenza , il percorso iniziale.
questioni legate al numero partecipanti
già da vari anni la versione ciclistica devia non passando più da cesena centro cosa che invece continua a fare la running
mantenendo inalterata l’originalità del percorso.
km e incomincio ad aver sete …… il camper non arriva , un paio di fontane
eseguono il loro dovere egregiamente donandomi acqua fresca , spronandomi ad
andare avanti senza il timore della
disidratazione .
piano però il non arrivo del camper comincia a mettermi dei dubbi e qualche
paura, inutile paura …ragionando, ma
sotto fatica tutto ha un impatto
diverso …
a sbocchinare (mi passate il termine? )
nel telefono, chiamo Paola che non risponde, non c’è la linea, chiamo anche Giampiero ma non riesco a
prendere la linea e , come del resto dice la legge di Peter, il telefono è
quasi totalmente scarico.
altro km , un’altra fontana e il
cartello di Cesena, squilla il cell.
sta seguendo il percorso della NoveColli
bike e al momento che io arrivo allo stadio
lui si trova 5 km dopo.
scappa anche un “Ci vediamo ai Sette
Crociari” che io rigetto portandolo a conoscenza dell’oltre 1 ora e mezzo che
mi servirebbe per e senza nessun
sostegno cibacquifero sarebbe complicato.
un accordo :
Mi siedo al bar bianconero , mi disseto mentre aspetto.
il primo riposo della frazione podistica, non previsto ma male non mi fa .
d’acqua e relax , al loro arrivo colazione abbondante .
il terzo giro , iniziano i traguardi montani, più duri , molto più lunghi
rispetto a quelli ciclistici ma molto
preferiti.
uno sguardo più libero, un occhio che
gira dappertutto assorbendo immagini,
attimi particolari che mi fanno sorridere, mi incantano ed a volte mi
fanno polemizzare.
salita di Polenta mi dà il bentornato all’anello del 9 , il sole mi accarezza gentilmente ed io,
con la compagnia del mio equipaggio mi
sento veramente bene e tranquillo.
gusto di buttarsi l’acqua sulla testa nelle soste è sublime , il sorriso è
sempre presente , quello sono io , …si vede lontano un miglio.
Carlo, un compagno di viaggio che cavalca la propria MTB . Mi tiene compagnia fino alla fine di Pieve di Rivoschio,
si sprecano chiacchere, concetti, idee molto simili ridendo di gusto.
una salita piacevole , lunga …le solite cose, i cartelli km sballati , i denti
che digrignano, la mente che sorride ,il circolino , il saluto ai miei amici
maiali spaparazzati tra polvere e fango e pian piano la consapevolezza che i km scivolano alle mie spalle.
Pazienza, la parola d’ordine è sempre quella , una
grande pazienza accompagnata da una gestione mentale che non ti porti a rimanere solo con i km in
testa .
qualcosa di particolare in quell’aria, nascosta dietro ad una fatica che passo
dopo passo si sta facendo sempre più pesante fa capolino una grande sensazione alla quale riesco già
accedere proiettando la mente e tutto me stesso.
Gli
ultimi impegnativi km della Pieve mi accompagnano allo scollina mento dove,
dopo una sosta rinfrescante riparto con
un cambio nell’accompagnamento.
consiglio del mister , comodamente seduto in panchina , abbandona il campo il
grande Carlo (che rientra a casa in mtb) lasciando il posto a Simona che mi
affianca a piedi.
diversi entrambi gli accompagnatori hanno un debole per le more presenti in quantità discreta prima del
passaggio assai scarsa dopo.
contrario della bicicletta la discesa, specialmente nelle competizioni di lunga
durata, risulta uno dei tratti più duri
e lascia maggior segni nelle
gambe. Muscolatura, giunture, anche , ginocchia, caviglie , piedi vengono sollecitati ed impegnati in modo
molto brusco e violento specialmente in
discese lunghe ed impegnative come quella che stavo affrontando che presenta
dei tratti al 18% di pendenza.
si fa, il clima sulla strada è allegro e vivo sia nel reparto corse che nel
reparto assistenza nel quale si sprecano scatti fotografici su scatti arrivando anche a far sbuffare
l’animo siciliano che stamberga in Piero quando vede la moglie posare coi
pantaloncini decisamente tirati su .
gli amici , il loro affetto , la loro simpatia
mi regala sempre una gran bella sensazione; la Vespa Piaggio che incrocio nella discesa (per
essa salita) è diretta dal driver/alimentarista/stratega Claudio che, volendo o
dovendo (non è ben specificato negli archivi comunali) accompagnare la consorte Nadia a fare una
passeggiata divagatoria decide per le colline dell’entroterra cesenate
prendendo così due aghi in un pagliaio, due uova con lo zampino del gatto lardoso,
meglio due che uno ecc. ecc.
è ancora attratta dalle more, le mie gambe tengono bene e corrono ancora mentre
allegramente ci avviciniamo a Mercato Saraceno che ci ospita in un bar del
centro per un caffè ma forse anche no (ho sempre l’idea in testa che ad ogni
passaggio in quel paese ci sia un caffè …chissà come mai)
è solo un idea che avevo demandato alla fine del Barbotto dove ci sarebbe stata la cena ufficiale …che
cena sarebbe senza un caffè postumo ?
alla temibile e rinomata salita è deciso e di buon passo con Simona ormai piena
(nello stomaco) di more e Tisso che
sfida il suo dolore al tendine d’Achille pur di
accompagnarmi nel piacere della corsa.
tentativo di record del mondo di discesa in monopattino dal Barbotto, tentato
da Cristian, era fallito per il surriscaldamento del freno e lo schiacciamento
di nr. 3 vertebre a mezza schiena sollecitate dalla posizione a uovo imposta
dal manubrio corto del monopattino di sua figlia.
mostra delusione, almeno non quando si
presenta al nostro cospetto scendendo di corsa dall’alto. Rideva raccontando di
aver nascosto il monopattino tra l’erba a bordo strada.
del tentativi di record sorrido
godendomi il clima ilare creatosi che mi fa dimenticare la fatica.
ombre calano velocemente sulla strada
presentandoci l’ennesima notte di movimento con tutta la poesia dei suoi
paesaggi , rumori ed odori . Cambia lo scenario.
ha da poco raggiunto e ripescato il monopattino
dall’erba creandomi scompensi di ridarola emergenti
dall’immaginazione ….. gobbo su di un
piccolo monopattino che acquista
velocità nelle rampe pendenti dal 14 al 18%
intento a premere il freno col piede dietro per fermare un monopattino
impazzito lanciato alla velocità della luce .
Fiamme e fumo scaturiscono da
quella abrasione continua che solo l’atleticità dello stambecco riesce ad
interrompere saltando giù dal mezzo in velocità staccandolo dal manto stradale attutendo il
colpo con la potenza delle proprie leve
inferiori …… che scena !!! che risate !!!
commenti di Tisso , le risate, la parodia del Cristian uomo iper tecnologico ci
accompagnano definitivamente alla cima del Barbotto dove il camper è pronto ad ogni cosa e la festa
degli amici ai quali si sono aggiunti
Oliver e Sandra in visita di cortesia.
asciutti e più protettivi per la notte , cena a base di pasta come da ordini
del nutrizionista Claudio e mi gusto un caffè della moka fatto da Paola ma credo in qualche modo
offerto dal barista che prima di abbassare la saracinesca del bar era dovuto
sottostare alle direttive dell’equipaggio al seguito.
(non meteorologico), luogo, situazione ….. sembra di essere in un altro mondo ,
quasi irreale, sicuramente strano e molto particolare ma denso di attimi che ti
fanno sentire dentro la sua realtà e la sua unicità .
tempo di trafiggere, grazie all’esperienza di Oliver e davanti agli occhi
schifati di Paola, una piccola vescica, sistemare il piede che riparto con Cristian dentro la notte. .
e ringraziamenti alla coppia SimonPiero
per la grande compagnia disponibilità e l’egregio “lavoro” è direzione
Ponte Uso e Monte Tiffi .
previsioni meteo parlano poco bene della
notte a venire, corro ancora…….rido.
accompagna al bivio della Novecolli Bike corta e lunga con un scendi al 18% che spacca le gambe .
tratto in cui la mente non ha troppi agganci ma la fortuna vuole che ce ne
siano alcuni disponibili offerti proprio
dalle condizioni meteo .
cielo scuro non lascia presagire niente di buono specialmente osservando ciò
che avviene alla nostra sx/dietro ; si alza il vento, continuiamo tranquilli nella nostra corsa , che è corsa, molto
differente da quella messa in strada nel mese di maggio .
spalle cominciano a vedersi dei chiari
lampi mentre i primi brontolii di tuoni cominciano ad essere percepiti dalle
nostre orecchie.
Fino a quando tira il vento
siamo tranquilli, dico per
esorcizzare la venuta di una condizione meteo affatto gradita che avrebbe
influto in maniera decisa sotto al profilo del dispendio energetico.
anche a piedi) , il paese di 4 case (non ricordo il nome) e tre attività tra
cui un centro estetico, abbronzatura, piling , feeling , laser uccidi peli in
modo definitivo ecc. ecc. ci offre il
solito punto interrogativo su come possa
un centro estetico a rimanere aperto in un paesino così piccolo.
supposizioni sono tra le più svariate e colorate tra le quali anche alcune poco
legali dotate di happy ending.
salita che porta all’attacco del Monte Tiffi , Paola ci porta a conoscenza di un detto popolare che
spiega come fare a capire quanto dista il temporale.
il lampo indi contare i secondi che lo dividono dal tuono seguente (è legge ,
lampo e dopo tuono).
secondo vale 100 metri .
contiamo oltre 10, ripartiamo sicuri , siamo persone che sanno il fatto loro
noi.
metri e viene giù il putiferio, acqua , vento , tuoni , lampi e freddo.
vestizione,indossiamo capparelle fornite
da Cristian vinte, credo, nelle patatine Pai.
di quelle copertura totale, che tengono
l’acqua ma tendono ad incollarsi al corpo.
a quando piove con quell’ intensità adotto il mantellino rosso full body . Saliamo
per Tiffi di buon passo , tremacchiando un po’
ma continuando a ridere e respirare un clima sereno.
ponte Uso Cristian si porta dietro anche la sua auto , il tutto , inizialmente,
senza bisogno di nessun aiuto.
in auto si avvantaggia nei miei confronti di qualche km poi mi viene incontro a
piedi ritrovandomi un po’ assalito dal sonno
che fino a quando non inizia a piovere rompe i coglioni.
situazione migliora leggermente, cambio giubbotto usando il mio in goretex
(molto più ridotto) che mi permette di lasciare libere le gambe ed evitare la
sensazione della plastichina che si incolla sulla pelle bagnata.
questo frangente il compito di sposta Toyota viene assegnato a Paola che così
ha un modo in più per combattere il sonno raccolto in quantità astronomiche.
Yaris rossa , genio della tecnologia moderna,
probabilmente influenzata da Cristian spesso si rifiuta di svolgere le attività
tecnologiche quali mettersi in moto,
indicare la velocità , il livello di benzina, far funzionare la radio,
spegnersi ecc. ecc.
tempo passa molto lentamente in quel frangente, un attacco temporalesco ci
costringe ad entrare nel camper .
approfittiamo per mangiare qualcosa e per riposare una mezz’oretta.
all’attacco di Perticara, 9 lunghi km dispersi nel niente …di giorno …
figuriamoci di notte, pestando una strada dall’asfalto diroccato.
piccolo riposo più una dose doppia di Maqui Enervit hanno cancellato il
sonno dalla mia testa lasciando libere le palpebre di eseguire il loro lavoro.
avani a chiacchierare, a ridere di cazzate che noi stessi diciamo inserendo di tanto in tanto anche qualche
discorso serio .
accenna smettere e neanche a rallentare.
con le lunghe capparelle passo dopo passo arriviamo allo “svalico” , là dove la
strada cambia pendenza insomma .
tremarella che portiamo avanti già da qualche km (almeno io) si aggiunge un
vento di quelli che ti spingono talmente forte in modo da alterare il tuo passo
.
In fondo sono fortunato, comunico allo Stambecco, pensa se un
clima del genere ci fosse stato ieri notte quando sono passato in bicicletta.
Non ce l avrei fatta ad andare avanti .
tanto ci vuole anche quello, la sfiga della pioggia o del brutto tempo fa
sempre parte del gioco e dei rischi.
a Perticara alle 5,00.
Bar è chiuso, sono stanco e provato da
quel tratto così freddo ed impegnativo , avrei voglia di un caffè ma ….apre alle 6,00.
deve scappare , la Toyota lo attende già in moto ed insignita del compito di
guidare fino a Cervia.
saluto ed un abbraccio che sento molto , perché lui, lo stambecco, è un altro
di quegli amici che fanno la differenza nella
mia vita.
, ne ho bisogno, sento la necessità di
chiudere un poco gli occhi e quella di scaldarmi un po’ togliendo la sensazione
di bagnato dal mio corpo e così è per
tutti …Cristian compreso , tanto guida la Yaris.
6,25 le funzioni vitali vengono riattivate
con un caldo caffè e colazione al bar del
centro nel quale abuso anche dei servizi
igienici per azioni che vanno oltre al lavarmi faccia e denti.
coperto riparto, al momento non piove anche se il cielo rimane coperto, ultimo tratto di salita e discesa lunga che mi porterà a fondo
valle sulla strada statale, prima, e alla salita di Monte Pugliano – Madoinna di Pugliano poi.
i primi chilometri, controllo i tempi km e, a volte mi sento strano , faccio i
conti cercando di capire l’ipotetica ora
d’arrivo.
troppo tardi, non sono contento dentro ,
quella corsa , che seppur lenta è una corsa considerando quello che ha alle
spalle, non mi soddisfa ….. è un po’ come una meza maratona corsa 15 minuti
sopra alle mie possibilità.
preciso non sono n grado di spiegare cosa tecnicamente sia successo mentre
affrontavo quella discesa, non so neanche spiegarmi dove la testa abbia trovato
la forza di imporre quello che sarebbe stato un dispendio energetico molto più
intenso.
sentito, in una frazione di secondo , in un frangente mentale completamente
diverso , deciso , secco, rigido e sicuro. Un cambio di ritmo tangibile ha
invaso il mio corpo, due paraocchi virtuali hanno limitato lo spazio d’azione mentale
concentrandolo in gran parte su quella cadenza di corsa, sulle sensazioni che
ricevevo dal mio corpo e sul fatto che già dopo alcuni chilometri cominciavo a
percepire una gratificazione paragonabile ad una dinamo ….più proseguivo nel ritmo e più mi caricavo
fisicamente e mentalmente.
dubbio veniva a bussare, i paraocchi mi
proteggevano dai pensieri dannosi, la ruota era in movimento , i 60 / 70
km che mi dividevano da Cesenatico erano
ormai una questione di pazienza che avrei chiesto ad Andrea, una pazienza ampiamente ripagata, già lo sapevo ….
esperienze passate …..capacità di proiettarmi intensamente in avanti.
Pugliano, la 7° , lunga, impegnativa ma divisa in due da un tratto pianeggiante/semi pianeggiante
che attraversa il paese (Pugliano) nel quale si può gustare un caffè …. un piccolo traguardo intermedio prima di
ripartire per Madonna di Pugliano.
piove, solo per i primi chilometri perché poi viene giù il finimondo che mi
accompagnerà fino a sera.
piazzetta e il bar , fungono anche da zona cambio driver, esce Tisso,
simpaticissimo e abilissimo nel ruolo, ed entra Fausto proveniente direttamente
da non so dove e ripartente una volta sceso dal camper per Torino.
Al
bar arrivo già incapparellato fino ai
piedi, oltre ad un the caldo , una brioches e non so cos’altro oltre a chiedera la presenza di negozi che
vendono ombrelli .
neanche la ferramenta e….credo che sia la prima volta nel mondo….”nessun vu
cunprà” che li vende (neanche nel giorno di mercato).
raccontare la mia “triste” e faticosa storia non ammorbidisce la signora di
seconda età leggermente vampizzata
Scherza , venderle l’ombrello ? devo andare alle poste e mi bagno tutta .
Ti piacerebbe …..penso .
da fare neanche l’attacco del Tisso e dei soci la convincono, riparto sotto l’acqua persistente avvolto
nella capparella rossa che mi trasforma in un piccolo cappuccetto rosso …e
scemo (l’originale con quell’ acqua non sarebbe andato dalla nonna)
di Pugliano è raggiunta , si scende per
l’ennesima volta per quella discesa, già lunga in bicicletta, che si lascia
alle spalle il paesino di San Leo per arrivare a ….. non ricordo mai il nome.
mio tener le braccia all’ interno della capparella e non nelle maniche (che si
incollano fastidiosamente) da un effetto poliomielitico alla mia corsa che alla vista di occhi esterni dipinge un
corpo saltellante con due braccine sventolanti senza nessuna logica nei fianchi.
Vuoi che non lo sappia ? , l’ho fatta tre volte …….
lo sapevo, …. lo sapevo ma desiderio, stanchezza e voglia quando sono
insieme ……
invariato, il sonno invece si fa sentire e anche la voglia di darmi un
asciugata, riscaldata c’è.
fissato nella piazza del paesino là
sotto , prima dell’attacco del passo Siepi.
vuole un po’ di tempo ma arrivo, la
pioggia non accenna a cessare , anzi è più violenta.
camper è già pronto con Paola leggermente nervosa, soprattutto per la stanchezza
che ormai la possiede, Fausto continua a lavorare al telefono mentre guida
parcheggia e, probabilmente, non la ascolta come lei desidererebbe.
calda in arrivo mentre Belinda chiama
Ma in che piazza siete ? …..son 40 minuti che giro per San
Leo Bip Bip Bip (imprecazioni)
Leo ma nel paese sotto (prima del passo
Siepi) e pensando agli improperi che volavano nell’ aria direttamente dalla
bocca della Beli.
come un treno impazzito mentre consumiamo il pranzo accompagnata dall’ amico
Franco e, oltre ai soliti complimenti ,
mi porge 3 ombrelli …che sia benedetta.
faccio tempo a finir di dire la frase
“Paola mi riposo un po’” che già
sto dormendo disteso nella panchina del tavolo .
minuti dopo, al risveglio, un doppio premio al bar gelateria del paesino prima di riprendere la marcia assaltando l’8°
salita.
è lunga e neanche tanto impegnativa, lo è invece la discesa che riporta a Ponte Uso. L’affronto con cipiglio e per la prima volta
al mondo con l’ombrello al posto della capparella.
sensazione è positiva, corro più libero , con meno rumore alle orecchie e
soprattutto meno appiccichero . Inclino l’ombrello a seconda della direzione
del vento/pioggia riparandomi al massimo
ed al contempo creando un po’ di resistenza all’ aria ma è
più il positivo che il negativo. Riesco
a staccarmi mentalmente e a guardare dall’ alto quel buffo omino colorato che avanza
fiero di ciò che sta facendo e di come lo sta facendo.
una figura strana un uomo solitario che
corre con un ombrello , lo dico io e probabilmente lo pensa anche la gente che
lo vede incrociandolo in strada.
corso della discesa Fausto finisce il suo compito di Driver (giusto il tempo di
rientrare a Cesenatico che riparte per Torino … e grazie) rilasciando il camper a Claudio il
nutrizionista ricondotto all’ ovile viaggiante da Paola per coprire un buco che
mi aveva messo già in allarme qualche ora prima.
un ulteriore iniezione di fiducia e tranquillità .
Gorolo col suo temibile 17% ci attende ma
lo facciamo attendere 10 minuti in più
per rispettare la cabala che ci aveva visto in sosta al bar di un piccolo
paesino a 10 km della salita ad ogni giro e di certo non potevamo saltare
l’ultimo.
the caldo e qualcosa da mangiare.
e finalmente spiove , sono passate le 18 di cui 17 completamente bagnate
dall’ alto.
la notizia con felicità.
strada che mi divide dal Gorolo è una forma di L appoggiata sul lato lungo con
la punta smussata lunga 10 km circa ,praticamente interminabile.
i paraocchi e mi metto d’impegno
attendendo di inquadrare, sulla mia sx, il grande capannone industriale
dismesso che avevo scelto, nei due passaggi ciclistici, come riferimento di
fine strada.
300 metri la curva secca a Sx et voilà , monsieur Gorolo, il 27° colle di
questa mia kermesse fisico mentale.
duro, durissimo ma ha in se un punto di debolezza, è l’ultimo e lo demolisco
con un passo deciso e sicuro non dandogli nemmeno la soddisfazione di
rallentare, fermarmi o ciondolare quando sferra il suo attacco finale
presentandomi il 17%.
fatica fisica aumenta passo dopo passo ma la positività mentale ne annienta la
percezione.
soddisfatto lasciando la vetta alle spalle mentre programmo il prossimo pit
stop …piz stop …. Con Claudio e Paola .
di mangiare una Pizza e decido di farlo a Borghi paesotto a 7/8 km da Gorolo.
un certo effetto essere sotto ai 30 km
di distanza da Cesenatico , è una cifra decisamente molto piccola che continuo a vivere in piccoli
tratti pezzi da pochi chilometri ben sapendo la difficoltà e la lentezza con cui il tempo mi passerà
sopra.
dei colli è una gioia dettata
dall’ avvicinamento al traguardo finale e uno strano vuoto per la mente ormai
abituata a giocarvici.
strada verso Borghi, l’ho sempre sofferta, lunga , pochi riferimenti . Un cartello indicante
l’entrata a Borghi sborantamila chilometri prima .
arrivo, lo attraverso in solitaria mentre mi attendo di attimo in attimo
l’arrivo del Camper Pizza.
delle domande arrivando a pensare anche di aver sbagliato strada su di un percorso a strada principale unica
e, soprattutto, percorso altre due volte nel giro di un paio di giorni .
lavorare per convincere la mia mente che tutto ve bene e che forse la pizzeria è
in un’altra strada o paese.
peggio sarebbero tornati verso il Gorolo
ma prima o poi …………..….solo questione di pazienza , di lasciar passare
il tempo .
rumore di un motore impegnato mi giunge
alle orecchie circa 100 metri dopo l’uscita di Borghi, seguito, pochi frangenti
dall’ immagine di un camper impazzito che avanza in senso inverso al mio.
loro, crollano i dubbi, torna la leggerezza mentre indietreggio per andarmi a
gustare la pizza .
sempre un gran piatto , un gran gusto
che soddisfa palato, stomaco e mente.
nuovo in movimento mentre Claudio parla di altre soste per mangiare ma ormai le
cose sono cambiate , c’è una spinta
diversa dentro, c’è la voglia di stringere i tempi e catturare quell’ emozione
latitante dal mese di maggio.
la sera, la temperatura è decisamente salita ed una splendida luna piena è
uscita per accompagnarmi nei miei ultimi km.
da Tribola …. un paesino che noto sempre ad ogni mia NoveColli ……. un nome , una
garanzia.
discesa, quella che porta a Savignano , anticipa la bellissima sorpresa del
ritorno di Cristian che appare insieme a Debora alle bimbe Ada e Viola e della famiglia SimonPiero.
piccola sosta prima della rotonda per le
strette di mano, due complimenti , considerazioni e per un attimo di previsioni
sull’ ora di arrivo. Riparto con Claudio che mi vuole nutrire.
con i ragazzi e soprattutto con le due bimbe a fianco è una gioia visiva del
cuore, un clima festoso che mi avvolge
toccandomi dentro .
della via Emilia , Gatteo con direzione Sant’Angelo che chiamo simpaticamente
paese dei fantasmi per l’assenza di gente ogni volta che mi è capitato di
attraversarlo in gara.
mio fianco rimane Piero che mi
accompagna in strada fino a Cesenatico, è un altro correre, è un’altra
sensazione che mi invade .
un aria tersa, pulita, gustosa e piena
di sensazioni forti. L’ipotesi di fermarmi non esiste più e non è più presa in
considerazione come quella di rallentare
il ritmo.
che l’aria che sto respirando mi porterà ad aumentarlo a farmi un ulteriore regalo , quello di una corsa più
veloce, una diversa sensazione sulla
pelle.
dentro una sicurezza, una forza capace di abbattere qualsiasi muro mi si
presenti davanti .
mi chiede ancora se voglio mangiare qualcosa :
c’è più spazio, non serve più e anche se servisse, c’è qualcosa di più forte di
più intenso capace di darmi tutta l’energia per un finale da brividi”
è praticamente l’ultimo paese, ….….lo vedo
alle spalle,
curva secca a sx quella in cui è
posizionato l’ultimo ristoro alla
NoveColli running, è come l’inizio di
una discesa piena di tutto, nella quale la mente si stacca isolandosi con te
stesso ; tante cose, tanti eventi e
tante persone che hanno lasciato dei segni importanti nella mia vita partendo
da Paolo e Giuly che in una distrazione di piacere hanno creato quel piccolo
sorriso apparso “strano” sin dalla tenera età .
resto lo ha fatto il destino, a volte,
ancora inspiegabilmente, crudele a volte gentile.
un grazie anche per lui perché seppur inseguito da un numero consistente di
sfighe sono fortunato se non altro per
la capacità di oltrepassarle con il sorriso e la voglia di dipingere la mia vita
con i colori vivi delle emozioni.
anche me stesso, per non aver mollato lì la sfida dopo il fallimento di maggio.
grande dimostrazione di forza, caparbietà, un grande regalo a Pelo
capacità di vivere e trasformare la sofferenza in emozioni profonde che
tracciano solchi capaci di raccontare,
sempre, la parola vita, la mia vita.
km forse meno , i capannoni di
Villa Marina invadono i miei occhi.
Hai aumentato il ritmo.
Dice Piero
vero.
so come e non so dove ma so che la mente ha il potere di regalare quel surplus
di energia in grado di accompagnarti alla linea di finisher con un ritmo
diverso.
che 10 metri prima non c’era ti arriva nelle gambe , improvviso, violento e
potente.
ancora le sensazioni, mi sembra di volare quando in realtà vado ai 6’ al km
(ritmo molto blando nella normalità). L’effetto è quello di un 3’30”/km percepibile sulla pelle con un aria che ti accarezza coprendoti di
brividi..
la fronte, la mandibola , gli occhi , me
stesso .
da spiegare ma ogni cm di me è in grado di farsi sentire inviando ai centri nervosi una sensazione netta decisa e
staccata da tutte le altre .
i polmoni, l’aria è magica ed io sono completamente avvolto da un vortice di sensazioni
pazzesco
solo, sa , non ha bisogno di chiedere .
Da lì, ….al cavalcavia .
minuti , ci sono, aumento il ritmo, il
primo è passato , il secondo curva a 360° portandomi al rettilineo finale.
un momento di solitudine fantastico, io,
il mio respiro, il rumore di un passo che per quanto stanco è ancora leggero, i miei mille pensieri, tanti, belli, profondi , leggeri ……c’è tutto
Andrea .
angoli della bocca tirano verso l’alto, vedo il mio sorriso limpido e chiaro impresso nella mia
mente, la sensazione dell’occhio
umido è latente .
mi attende all’ingresso del rettilineo ,
ci sono due ultime cose che voglio fare
la maglia ufficiale con i patners che mi
hanno spalleggiato ed Amref con la Campagna di Raccolta Fondi Stand Up ForAfrican Mothers
ed abbracciare Paola ,
stretta, per la sua pazienza , per la volontà
messa in campo, per aver fatto il massimo in modo che la mia mente
pensasse solo a correre e per avermi
trasmesso la sua fiducia col pensiero che io ce l’avrei fatta.
grazie, un bacio, uno sguardo intenso
“goditela tutta … è tua” .
………….. un altro bacio
gli ultimi attimi di un avventura fantastica, capace di regalarmi emozioni nuove, di
aumentare la mia forza mentale nella
quale e lo scrivo con la felicità nel cuore, ho percepito dentro al cuore la
sensazione dell’amicizia vera e questa è un’altra grande fortuna che il buon
Dio mi ha regalato.
accompagna negli ultimi passi verso a
quella linea che non c’è ma vedo chiara
e netta disegnata sull’asfalto.
so se faccio il segno della croce, non so se ho gli occhi lucidi , non so cosa
in quel momento mi stia attraversando la
mia testa .
solo felicità, l’aria, le braccia che si alzano , i click della macchina
fotografica di Max, gli applausi e gli schiamazzi degli amici .
sul marciapiede …… tra baci, bravo ,
grande , strette di mano pacche sulle spalle
e i miei grazie per quello che hanno fatto per me .
Tolgo
le scarpe , le mie fantastiche Scott T2 poco più di 230 grammi capaci di proteggermi e di assicurarmi la
sensazione dell’asfalto sotto ai miei piedi
traducibile , per me, nella parola correre .
foto con loro , due foto insieme , è già una sensazione
diversa , il picco emozionale sta già prendendo la via d’uscita abbandonando la mia testa che pian piano
tornerà ad aver sete …..il gioco è quello.
festeggiamo sporchi e luridi in una gelateria sul lungomare tra sorrisi , parole, racconti ed allegria.
ora di dormire e lasciare spazio ad
Andrea …..l’uomo di tutti i giorni.
nostra ………MIA
Pelo di Giorgio
PARTECIPATO in ordine alla cazzo
Sardone Massimiliano Conti , Clandio
Cimatti, Giovanni, Raffaele il morbido e tutto il bagno 340, Guido Pasqualini,
Claudia Assirelli, la famiglia Grassi , Luca Rambaldi, Luca Novali, Carlo
Cardone, Cristian Mazzotti, Oliver Mordenti, Claudio Mercuriali, Stefano
Tisselli, Fausto, Piero Garagnani, Simona Nanni, Belida Biguzzi e l’amico
Franco, Maurizio e Sara Inbici, Linus e Radio Deejay, Sandra di Oliver, Nadia
Baldacci e il pubblico da casa .




















