Fu attraversando una parte del deserto Mauritano che “confusi” le cose per la prima volta;
offrii il mio aiuto a due secchi arbusti desertici erroneamente scambiati per atleti in difficoltà.
Risi con me stesso celando la cosa con una certa “vergogna” prima di riuscire a parlarne con i miei compagni di gara.
Fu la mia prima allucinazione, l’entrata ufficiale in quel misterioso mondo parallelo che puntualmente mi viene a trovare in ogni mia esperienza ultra sportiva.
La privazione del sonno, la stanchezza mi ruba il controllo mentale scaraventandomi in un mondo pieno di immagini bizzarre e situazioni inverosimili.
Ho imparato conoscerle, a viverle e farle mie godendone l’incredibile assurdità dettata dalla mia vivida fantasia.
Un viaggio inserito nel viaggio con la piena consapevolezza di ciò che stavo vivendo, anche quando ero veramente distante dalla realtà.
All’epoca per me era solo una condizione di corsa, oggi è il punto d’incontro tra me ed il mio inconscio, l’esatto attimo in cui avviene il passaggio del testimone tra lo stato di veglia e lo stato di trance, il punto in cui il mio ruolo di attore principale sfuma lasciando spazio ad uno spettatore curioso di conoscere il mondo in cui si può fare la differenza.
Lasciati incuriosire
Andrea Pelo di Giorgio
Domani Arriva Sempre

