parliamo di ultramaratona o comunque gare dalla lunga durata.
Affrontare un ultramaratona, prendiamo come esempio la Novecolli Running (insieme a Spartathlon e Bad Water considerato una delle tre più dure al mondo) richiede una profonda conoscenza di se stessi e di ciò che si vorrà affrontare.
L’inconscenza ed il tante volte sentito “cosa vuoi che sia, quando son stanco cammino” (frase che sottolinea ignoranza sulle reazioni del proprio corpo) condurranno quasi certamente ad un ritiro e/o alla devastazione del proprio fisico.
Le gare ultra, specialmente quelle che ci impegnano per oltre 24 h non sono affatto uno scherzo proprio per gli strascichi che possono lasciare.
I rischi da calcolare sono certamente molto diversi e più grandi rispetto a ciò che può capitare sbagliando una classica maratona piuttosto che un 10.000 o distanze simili, è quindi bene, per la salvaguardia di se stessi, seguire un esatto principio ordinatore che ci accompagni nel periodo di preparazione e nella prestazione stessa.
Ma quali sono i punti principali da tenere in considerazione ?
Per quella che è la mia esperienza e la mia trasformazione nel corso del tempo ho selezionato qualche aspetto da tenere in considerazione.
- Predisposizione alla sofferenza
è basilare, dobbiamo esser disposti a soffrire ma non solo all’atto della competizione/prestazione ma anche nel corso dell’avvicinamento ad essa (preparazione).
L’allenamento alla sofferenza sarà infatti una parte molto importante, se non lo facessimo il nostro corpo ai primi sintomi si rifugerebbe, in ciò che è naturale ovvero nello stop immediato.
Prepariamoci, abituiamoci a rimanere per molto tempo fuori dalla nostra zona confort, facciamolo ascoltandone le sensazioni, percependole in maniera profonda cercando la parte positiva che hanno dentro.
Ricordiamoci anche che in gara saremo sicuramente portati a spingere di più rispetto all’allenamento e che essa (sofferenza) sebbene sopita in parte dall’adrenalina arriverà a livelli più alti.
Conosciamola quindi , cambiamole il ruolo assegnandogli quello di nostra alleata nel lungo ( ma in fondo breve) viaggio che stiamo affrontando.
Nel caso non fossimo disposti a soffrire il mio consiglio spassionato è quello di risparmiare soldi e tempo dedicandoci a qualcosa d’altro
- Preparazione atletica
Sembra banale rammentarlo ma non lo è affatto.
La preparazione per un ultra ci vuole :-).
E’ diversa, non bastano i canonici chilometri settimanali che siamo abituati a fare, bisogna andare oltre cercando di rimanere in equilibrio sul confine oltre al quale rischiamo di infortunarci.
Prendendo il caso di Novecolli Running, 200 km da correre nel tempo massimo di 30 ore con 4000 D+ corollati da 9 salite spacca gambe e sopratutto da 9 discese che le frantumano non è sicuramente importante allenarsi per la velocità ma sicuramente lo è l’allenamento di curiosità quello che chiamo “andiamo a vedere cosa succede” .
Via i paraocchi, lasciamo che la curiosità (quella che alcuni esterni chiameranno masochismo) imperi e gradatamente ci porti a scoprire cosa succede oltre a quella linea che è la nostra abitudine.
La fusione di mente e corpo, la conoscenza di nuove sensazioni, l’ entrarci dentro vivendole su di noi ci insegnerà a guardare oltre alla fatica ed a trovare nella scomodità di essa il lato positivo.
E’ importante conoscersi, imparare a conoscersi e lo è anche appoggiarsi a professionisti del campo senza fidarsi ciecamente di tabelle generiche postate ogni dove.
Ognuno di noi è unico, la nostra prestazione è unica e se vogliamo trarre il massimo da noi stessi necessitiamo di allenamenti specifici, non generici.
Dobbiamo quindi correre, mettere su chilometri, abituare il nostro fisico a carichi importanti raffrontati, specialmente per chi ha ambizioni di classifica, a ritmi anche impegnativi.
Correre in allenamento ed in gara usando queste ultime per allungare il chilometraggio e testarsi nel setting agonistico.
Imparare a conoscere le proprie reazioni rimanendo in equilibrio su una sottile linea che ci insegnerà
quali sono le nostre reazioni muscolari in assenza di sonno e quali sono le trasformazioni del ritmo facendoci notare quanti deterrenti alla fatica attaccheranno la mente.
- Conoscere il percorso
Un aspetto molto importante è sapere cosa ci aspetta, quali sono le sorprese che il percorso gara ci regalerà.
Studiare le caratteristiche , altimetria, il fondo , quando e dove sono situate le insidie , dove sono posizionati i cancelli (cut off) , i ristori e cosa ci offrono questi ultimi.
Programmare i cambi di vestiario, i rifornimenti personali usando esclusivamente materiale già testato in precedenza in modo da esser certi qualsiasi cosa indosseremo/faremo sia quella ideale per il tratto che andremo ad affrontare (ogni pensiero in più per la mente è uno spreco di energia) .
Conoscere tutto in anticipo, averlo predisposto con lucidità (in qualche frangente della competizione essa potrà non essere poi così presente) e comunicarlo alla nostra assistenza sarà un compito importantissimo.
– Assistenza
Ha un ruolo fondamentale quando è ammessa dal regolamento (Novecolli Running la ammette) .
Dovrà esser forte , determinata e assolutamente motivata, sarà una parte importante del vostro successo ed in quanto tale dovrà essere allenata ad eseguire le sue mansioni.
“Perdete tempo” con chi ricoprirà quest’importante ruolo, dategli l’opportunità di conoscervi a fondo, le vostre caratteristiche, punti di forza ed aree di miglioramento, sarà l’importante spalla su cui vi potrete appoggiare nel corso dell’ultramaratona, sarà colei che dovrà pensare al resto permettendovi di incanalare tutte le vostre energie su ciò che “dovete” fare.
Ditegli tutto, quando, come e dove mangiare, cambiarvi, quali saranno i punti in cui prevedete di riposarvi fino a chiarire chiaramente il limite oltre al quale voi non volete andare.
Deve infondervi energia, deve spronarvi, saper soffrire nel constatare una vostra eventuale importante sofferenza ed esser capace di lasciarvi lì.
Un equipaggio di assistenza non preparato può facilmente trasformarsi in una sorta di corda (alla quale siete legati) che vi trascina al di fuori della gara.
Personalmente ebbi questa “terribile” esperienza in occasione della mia prima NoveColli Running quando a 22 km dal traguardo finale, dopo un forte temporale, attanagliato dal freddo mi feci trovare particolarmente fragile dal mio assistente che sofferente più di me per ciò che da ore ed ore stava vivendo mi aprì lo sportello dicendomi di salire in macchina.
L’istinto naturale dell’uomo, quello di evitare la sofferenza, fece il resto e senza darmi nemmeno il tempo di accorgermi di quanto stavo facendo. Mi ritrovai ritirato e assalito da delusione e sofferenza per quanto fatto.
Un assistenza forte e ben preparata è veramente in grado di fare la differenza.
Nel contempo ricordatevi di bere, mangiare con regolarità rispettando le esigenze del corpo umano che necessita di “benzina” per continuare nella propria marcia.
Dategli il riposo necessario, i minuti persi su di una sedia o sdraiato saranno in realtà tempo guadagnato nel contesto globale della competizione.
- La mente
Se la mente ha un ruolo importante in tutte le discipline sportive, nelle ultramaratone viene amplificata in modo esponenziale.
Parto da un concetto che può sembrare banale ma non lo è affatto:
la decisione di affrontare un evento così impegnativo DEVE
– derivare da un vostro profondo desiderio
– non essere figlia di moda o desiderio di apparire
– portare con se la piena consapevolezza di:
– ciò che volete fare
– ciò che richiederà la preparazione
– i “rischi” a cui andrete incontro
– le “conseguenze” del post evento.
Se non è cosa vostra non avendo di base una forte motivazione il naufragio non tarderà a manifestarsi dietro alla prima onda leggermente più alta e/o possente.
“Voletela”, desideratela col cuore, la vostra forte motivazione farà la differenza accompagnandovi in un avventura che partirà avvolta da enfasi, euforia ed allegria ma che ben presto vi lascerà nelle braccia di una sofferenza fisica, mentale che solo la vostra attivazione riuscirà a trasformare in alleata.
Tenete sempre ben presente il vostro obiettivo, ricordatelo ma non correte guardandolo, la mente umana posta di fronte ad un obiettivo troppo lontano ed impegnativo tende ad andare in pappa perdendo la propria incisività.
Create tanti piccoli traguardi che si susseguano accompagnandovi verso quello finale. Non preoccupatevi di metterne troppi, seguite il vostro istinto, createvi degli agganci fissi e ben delineati per la vostra mente, pensate di salire una scalinata con tanti gradini.
L’uomo si muove per la ricompensa, è provato, e noi dobbiamo essere lì per dargliela.
Ogni traguardo che avete creato garantirà una ricompensa che si trasformerà in importanti endorfine positive utili a fornire pura energia per continuare nella vostra sfida.
Un piccolo consiglio, legate i traguardi importanti e/o particolarmente impegnativi a qualcosa di gustoso e/o che vi dia particolarmente piacere, sarà senz’altro uno stimolo in più per raggiungerli ed una ricompensa molto gradita .
Con le sue Nove salite impegnative Novecolli Running, sembra fatta apposta per porre i traguardi intermedi.
Necessita però di alcuni accorgimenti/malizie per affrontare tratti (l’ho consapevolizzato nelle mie esperienze) che mentalmente si possono trasformare nelle “salite” più impegnative.
Zone in cui vengono a mancare i riferimenti e che in condizioni di stanchezza estrema possono essere negativamente decisive nella vostra prestazione.
Scelgo di evidenziarne una in particolare perchè spesso viene sottovalutata ma ha, in realtà, un enorme potenza mentale.
Si tratta del post monsieur Gorolo, l’ultimo colle, che raggiungerete dopo un estenuante salita di oltre 4 km con una bella punta al 17%.
Probabilmente, proprio perchè è l’ultimo l’enfasi vi farà tenere un ritmo anche più allegro, sostenuto, senza tener conto che la strada che aspetterà di accompagnarvi fino a Sala di Cesenatico potrebbe essere la “salita” più faticosa.
Di certo c’è che sarete stanchi e che può capitare di cadere nel tranello di avercela fatta.
Mancano ancora 30 km (che non sono un paio di ore) e mancano gli appigli naturali a cui agganciare la vostra mente , mancheranno i paesaggi poetici, avrete (primi a parte) orde di ciclisti che vi sfrecciano accanto e la strada diverrà interminabile.
Mancano ancora 30 km (che non sono un paio di ore) e mancano gli appigli naturali a cui agganciare la vostra mente , mancheranno i paesaggi poetici, avrete (primi a parte) orde di ciclisti che vi sfrecciano accanto e la strada diverrà interminabile.
Quello è un momento importantissimo nel quale non si deve assolutamente sbagliare, vale per tutte le ultramaratone.
E’ il momento di creare altri traguardi, di dare alla mente altri compiti mantenendo alta l’attenzione ed andare a prendere altre ricompense.
Mai sottovalutare la parte finale, insegnatelo a voi stessi ed anche alla vostra assistenza, fate si che non vi abbandonino proprio in quel tratto.
Programmazione precisa, maniacale col pensiero su tutto ciò che potrebbe succedere fisicamente e mentalmente perchè la vostra mente sarà capace di prendere strade che fino a quel momento non avreste mai pensato così come voi stessi.
E’ un mondo da esplorare, un mondo in cui la profonda conoscenza vi porterà a sapere, “meccanicamente” come reagire e cosa fare nel caso che …..
Difficile, quasi impossibile rimanere sempre sul presente non lasciando mai divagare la testa nel vostro personale mondo ma possibile sapere ed insegnare cosa fare nell’evenienza per non creare danni che portino a situazioni irrecuperabili.
Massima connessione, è li che dobbiamo arrivare, massima connessione tra corpo mente e ambiente, una metodologia fatta non solo di allenamento fisico ma di tecniche ed esercizi che predispongano la vostra arma in più per raggiungere l’ambito traguardo.
Nello sport, come nella vita, può capitare tutto ma se arriviamo pronti difficilmente non riusciremo a raggiungere il nostro obiettivo.
Potrà anche sembrare strano ma le sfide si vincono prima.
Andrea Pelo di Giorgio
Domani Arriva Sempre


