Varano Lake Triathlon Xtreme – un minuto

Varano Lake Triathlon Xtreme – un minuto
…… ce ne
saranno 4 o 5 !!!
Certe dichiarazioni andrebbero
registrate e fatte sentire alla popolazione
Attraverso il ponte di Varano poco  dopo le 11,30 
di venerdì  21 settembre .
La piazza è già in leggero movimento e quella che sarà tutta
l’impalcatura del Varano Lake Triathlon 
sta pian piano erigendosi con tutti i suoi colori.
Io, Andrea Pelo di Giorgio, sarò il protagonista, o detto tale,  di una prova chiamata
Xtreme  creata da Fabrizio Cutela  in collaborazione del  Parco Nazionale del Gargano. 
Per  la prima volta mi capita nella mia vita di sportivo di essere chiamato come  testimonial, una situazione che certamente dona un sacco
di piacere ma che fatico comunque ad abbinarla alla mia immagine di
eterno “cazzone” sempre pronto a scherzare su tutto.
Varano Lake Triathlon Xtreme , narra la locandina
minimalista creata dall’estroso Max .
12 km di nuoto attraversando il lago di Varano ( saranno 4 o
5 ….)  200 km di bici inoltrandosi nel
Parco Nazionale del  Gargano  e 50 km a piedi percorrendo l’interno e
movimentato giro del lago di Varano .
Niente è semplice, questo ormai l’ho imparato sulla mia
pelle e non lo era stato neanche mantenere una certa costanza di allenamento
dopo aver  portato a termine , poco più
di un mese  prima,  la Novecolli Ultratriathlon  un’altra sfida estrema  con caratteristiche veramente impegnative che
mi avevano tenuto in ballo per oltre 89 ore.
Non è facile riprendere i ritmi di allenamento precedenti una volta portata a termine una prova di tali dimensioni  e lo è ancora meno quando la prova che andrai
a tentare è più corta rispetto alla precedente.
Complici le giornate che già si erano accorciate e quel
maldestro pensiero che ogni tanto faceva capolino  “hai fatto la novecolli  vuoi non riuscire al Varano ? “   mi ero concesso qualche salto di troppo negli allenamenti creando, mantenendo
sempre un certo riserbo, qualche dubbio su quella che sarebbe stata la mia
reazione fisica .
 
“Ce ne saranno 4 o 5” 
ma al momento possiamo evitare di andare a rivangare in certe
dichiarazioni che renderanno alcune posizioni scomode e difficili da sostenere
moralmente ed eticamente parlando.
Per conoscere l’appassionante storia di amicizia tra me e
Fabrizio, i risvolti , i misfatti, intrighi , accordi e quant’altro  è attivo 24 ore su 24  il numero 366 1954011 (30 € allo scatto …dopo è gratuito) 
Salutato il capo mastro dell’organizzazione , visitato il
bar del centro per il nr. X+3 caffè della giornata faccio le prime conoscenze
coi i ragazzi della banda Varano  che mi
regalano  un che di positivo con la loro
semplice  spontaneità  nell’approccio.  
Presentazioni di rito , 
conosco  personalmente Roberta ,
addetta stampa numero 1 del Varano Lake, 
qualche Nicola ( recenti  studi
dell’università della Pensilvenia hanno dimostrato che oltre il 70% della
popolazione di Varano  si chiama
Nicola)  prima di essere  gentilmente invitato  a prendere possesso del mio appartamentino
presso il camping Viola distante circa 1 km
200 metri dalla piazza principale.
L’accoglienza  è di
quelle con la A maiuscola, gentilezza estrema, 
disponibilità a uffa  e  ….” se ha
bisogno di qualcosa  sa che siamo qui.”
         
Ma lei è quell’atleta che ……
Fabrizio aveva già raccontato alcune cose dipingendomi  in modo assai colorato cosa   che sdrammatizzo con una scherzosa  “ci sono dei peccati peggiori
nella vita”.
Dopo aver stretto una salda amicizia  con i due regnanti incontrastati del campeggio
,
un pastore tedesco ed un piccolo 4 zampe scuro di razza
mista + 3 se non 4, mi reco tranquillo al mio appartamento. 
Sistemo 
l’ armamentario   attuando la
metodologia “tutto sul divano” .  
Il rosso di Enervit fa spicco  e lo fa anche il giallo della maglia
indossata da Dario Daddo Nardone che si aggira nei dintorni in cerca di non so
che cosa , forse solo ispirazione .
Ore 17,00

Si  corre,  c’è il camp d’allenamento al triathlon
condotto  magistralmente dall’iper
decorata, anche al valore militare pacifista, Edith Frini  Niderfringhen 
che ho l’onore,  il piacere, di
conoscere e la felicità di ricredermi su quell’idea  fattami preventivamente su una sua ipotetica  “burberità” (tutte cazzate)
Simpaticissima , 
sempre pronta a scherzare e mai  un atteggiamento che ostentasse il suo valore atletico.  Molto incline all’allegria.
6 -7 km  sul percorso
gara , insieme ai primi partecipanti , alla parentela di Fabrizio, Emanuela la
consorte di Dario, Roberta non so  e altri nomi a caso .
Giornata splendida 
così come lo  è la passeggiata
fronte mare sulla quale si rincorreranno gli atleti del Varano Lake Triathlon .
Irregolare e  ondulata
 avvolta dal rumore delle onde che si
inseguono fino a scivolare sulla spiaggia lasciando  una traccia scura sulla battigia. 
Imparo cose che mi fanno sorridere  come il best time  in maratona in una gara  Ironman  di Edith (cazzo se va) ed anche il suo best
time  in gara singola,  . 
Assunta l’avevo già conosciuta , in occasione del pranzo di
metà giornata.
E’ la suocera di Fabrizio , instancabile, dal fisico magro e
i movimenti decisi  e “nervosi”.
Assunta offre  da
mangiare a tutti ,  ai figli , ai nipoti
, ai parenti , agli  amici di
Fabrizio  ed alla comunità di Nicola  del paese .
Mi sembra di rivedere mia nonna ,  quelle persone inossidabili, mai stanche, mai
dome
         
Hai già finito Andrea?  Ne vuoi ancora ?  come no , 
mangi solo quello ?
La classica “Zdora” (in romagnolo) , sana, genuina e felice
di offrire ospitalità .    
L’ambiente che si sta creando è qualcosa di veramente bello
, molto semplice ma pieno di genuinità , tutti hanno il sorriso e tutti si
danno da fare , l’unico che è un pelo teso 
forse è Fabrizio ma è anche comprensibile visto che è a capo di una
macchina che richiede precisione, attenzione, responsabilità. 
Non semplice da guidare e sicuramente ancora meno  man mano che il digiuno dal
sonno  assumeva livelli sempre più
importanti .
La piazza si vivacizza  pian piano 
assumendo sempre più le fattezze di una vera e propria festa  con colori sgargianti , stand sportivi ,
super transenne in legno  costruite
artigianalmente da Nicola e Nicola e forse un altro Nicola ancora che  vengono posizionate  delimitando già le aree dedicate al passaggio
degli atleti da quelle di transito comune .
L’arco finisher fa già bella mostra di se  e io ….?
Io vago tranquillamente da una parte all’altra facendo
chiacchere,  conoscendo gente cercando di
attenuare quell’alone di “mostro” dipinto da Fabrizio nell’organizzazione del
mio evento solitario.
Il bar del  centro  mi vede spesso volentieri  e soddisfa la mia mania di caffè oltre
all’esigenza di mangiare in continuazione 
attutita in gran parte dagli alimenti tecnici Enervit e per il restante
in “sane porcherie” che ogni tanto mi concedo per mantenere rilassata e
tranquilla la signora mente .
La corsetta con Edith e il gruppo ci porta fino oltre le 18 allungate
di un’altra oretta che viene riempita con attività varie e allegre generali.
Passaggio al campeggio Viola per una svelta doccia
rilassante , una molto imprecisa depilazione delle gambe giusto per evitare un
eventuale intervento della guardia forestale  prima della serata “danzante”( per altri
ospiti ) e cenante al  ristorante
Terrazze  convenzionato con il Varano
Lake Triathlon e designato a preparare le locali e squisite orecchiette per il
dopo Mezzo Ironman .
Tavolo composto da una decina di persone tra cui anche la
forte e giovanissima  atleta (19 anni)  Teodolinda 
al momento molto educata  in compagnia della
simpatica madre.
Pizza buona , coca cola buona , bruschetta buona  e compagnia ottima mentre il deejay  esplode al massimo della sua prestazione  ed al massimo del volume disponibile cosa che
dona un immenso piacere  a Roberta e
Edith che dormono proprio li sopra.
Mi presento all’ora della nanna in piena tranquillità cosa
che mi permette di dormire, la partenza pomeridiana gioca a mio favore .
Sveglia rilassata  e
di buon ora , colazione dal giusto peso 
prima della preparazione del  materiale (sempre abbondante) ,  in cinque minuti sono già sul piazzale  che trovo pimpante e più  vivo più che mai .
La mia postazione è giusto 
a metà strada  tra l’ufficio
direzionale della manifestazione e il palco feudo assoluto  dell’incontrastato re del microfono Dario
Daddo Nardone.
I miei patners 
principali Scott

Enervit  la colorano donandogli dinamicità ed
importanza . Skinfit me lo porto comodamente 
addosso mentre Amref  oltre al mio
cuore  sta lentamente invadendo tutto il
paese anche grazie alla voce di Dario che si infila decisa nelle orecchie della
gente .

Grazie a Nicola ( in realta Lazzaro  ma so che non sbaglio se scrivo questo nome (…se
non è il primo è il secondo nome di tutti ) 
arrivano anche i palloncini Amref (neri con scritta bianca) che
appendo  un po’ a dx e un po’ a sx  avendo cura di tenerne un paio  che mi seguiranno nel corso dell’evento .

La sensibilizzazione legata all’evento e la raccolta
fondi  inerente  vertono su Stand Up for African Mothers   campagna mondiale per combattere l’estrema
mortalità di mamme Africane.
Tutto pronto.
 La bellissima e
perfetta Scott Bike  fa bella mostra di se
mantenendosi  in equilibrio sul  cavalletto a ruota posteriore mentre al suo
fianco (in terra) T2 gialle blu (colori, fra l’altro, del mio paese)  già lise dai tanti km fatti  riposano in attesa del loro  impiego (è un regalo che voglio fargli il
Varano Lake Triathlon Xtreme ….mi affeziono alle scarpe che mi accompagnano n
avventure estreme)   
Non ho più niente da fare se non attendere , mangiare  e rimanere tranquillo.
Coccolato dalla comoda divisa bici Rossa e Bianca Skinfit, lascio
che il tempo mi scorra addosso rilassandomi al massimo   con tratti di niente assoluto steso per
terra  sotto ad un bellissimo ed ancora
caldo sole.
Passaggio al bar,  per
il solito ed ennesimo caffè , pranzo a base di pasta al ristorante Terrazze
alle ore 11,00  prima dell’ultimo
riposino a pavimento .
La partenza è prevista alle ore 14,00 dalla base Militare
San Nicola Imbuti che si erge ad una 10 km da Varano .   Abbandonata
e diroccata  nel bel mezzo della natura
selvaggia ti avvolge  con una sensazione
forte.  Chiede rispetto, infonde magia, un
alone quasi di irreale accompagna i miei passi 
verso al punto designato per la partenza .
Fabrizio , Nicola , i fotografi, qualche autorità del luogo
e lo staff di Varano Lake Triathlon mi accompagnano in quel momento che già di
per se è un emozione .
Non  perdo il mio
sorriso , mi aiuta anche a scaricare una tensione probabilmente intuibile
entrando nei miei occhi . 
Indosso la mia formidabile 2XU con la quale ormai convivo dal mese di luglio  (grazie a Matteo di Nutrilife  oltre al solito Fabrizio  di Cutela) , foto …molte foto   ed entro in acqua in attesa dell’arrivo
della moto di accompagnamento 
proveniente  dall’altra parte del
lago.
Sono immerso nella natura selvaggia,  questa è la sensazione , l’acqua salmastra ha
una temperatura gradevole,  giusto due
bracciate per sistemare la muta e 
attendiamo , tutti, l’arrivo della moto.









Il ritardo 

si attende , il cuore fa il suo lavoro secco  vibrando nel petto .
Osservo l’orizzonte senza vedere tracce di moto , qualcuno
telefona  …..  percepisco prima la parola rifornimento  poi  
insabbiato ….continuo a farmi cullare dall’acqua   sfruttando la galleggiabilità della muta che
non  mi comporta dispendi energetici .
Una sagoma  appare
all’orizzonte ……seguita da una scia di schiuma bianca.
Un imponente  moto
d’acqua con al traino  una barella (tocco
i maroni)  arriva .  
I due ragazzi  della
guardia costiera/lacustre  spiegano i
motivi  che percepisco di striscio.
Sorridente e concentrato ho voglia di partire e nel giro breve
, con un ritardo sui programmi,  vengo
accontentato .
Varano Lake Triathlon Xtreme c’è  ed inizia proprio nel modo più bello
rappresentato da  bracciate lunghe e
distense  lasciando che il corpo scivoli
sull’acqua .
11 km  fantastici  nel bel mezzo di una natura ancora selvaggia
ed incontaminata    che in fondo non si smentisce presentandomi un
“Conto Meduse” che mi ritrovo addosso dopo appena  500 metri dopo la partenza …. leggermente diverso 
dalle 4/5 previste da Fabrizio,  .
L’impatto medusa è sempre un po’ traumatico , mina la mente
, ancor più  quando si tratta di quelle
orticanti.
Le varanesi  lo sono
in effetti molto poco , me ne accorgo subito dopo i primi incontri ravvicinati
con le prime che mi sbattono in faccia e nelle mani ,  solo un leggero pizzicorio, niente di
insopportabile .
Si presentano grandi come dei piatti in ceramica bianca
…tendenti al trasparente,  le vedo
arrivare in tutte le posizioni , verticali ,orizzontali , oblique e
praticamente  me le trovo in ogni lato .
Rimango come impietrito, mi accorcio  nei movimenti del braccio, incurvo la spina
dorsale   mentre continuo ad affrontare
la prova di nuoto .
Leggermente 
preoccupato dalla situazione  mi
metto in verticale  cercando un imput
positivo dai ragazzi assistenza .
         
Non abbiamo mai visto una roba del genere …….
Vuoi che ti portiamo a Riva con la barella?
PO-SI-TI-VISSIMO ….. non c’è che dire.  Un fendente al cuore ,forse,  faceva meno male .
“ ma come fai , Andrea, ad accettare l’invito barella dopo
appena 700 metri di nuoto ?”
 …arrendermi  sconfitto dalla gelatina vagante non mi
sembrava  una cosa bella ne per me e la
mia autostima ne per chi aveva in qualche modo investito sulla mia figura.
         
Vado avanti 
, vediamo cosa succede.
Presa per certa la non pericolosità di quei piatti volanti  rimaneva 
il cercare l’adattamento alla situazione . 
Non facile ,  c’è sempre quella sensazione di  schifiltoso 
quando affondi la bracciata sopra ad un piatto di medusa , o quando ti
sbatte nella testa , nella faccia e la senti scivolare sul tuo corpo fino a
sbattere nei piedi .  
Non è facile, ed è
molto stancante,  anche nuotare  alla cazzo , completamente contratto ,
ricurvo aumentando a dismisura l’intervallo  di respirazione col chiaro intento di
controllare sotto al pelo dell’acqua l’arrivo dei branchi (tali erano) dell’essere
acquoso .
Eppure la forza della mente fa anche questo  portandoti pian piano a metabolizzare la loro
presenza a spiegarti che in fondo  sono tu che le stai invadendo ,  sono a casa
loro.
Pian piano mollo un po’ la tensione riuscendo a distendermi,  almeno parzialmente , in modo sufficiente da
affrontare  l’acqua non disperdendo
troppe energie nell’ambiente ( non inquinare !!!) . Convivere nel modo più
degno dei modi è l’ordine mentale.
Bracciata dopo bracciata, seguendo la moto barella , dalla
quale ogni tanto mi faccio allungare qualche energetico Enervit e qualche
liquido  (gran lavoro quello dei
ragazzi),  i km scivolano dietro ai miei
piedi e la sponda d’arrivo comincia ad essere più visibile ai miei occhi
modello cieco di Sorento .
         
Vedi quel campanile ?   devi puntare dritto lì
Leggermente affaticato 
mi sono sentito  praticamente
arrivato .
         
Bisogna fare il giro,  ci sono le reti in questa zona !!!  è stato il monito del pescatore che stava
uscendo con la barchetta.
La mia espressione 
rende l’idea ma  non la vede
nessuno ,  neanche le meduse che nei
pressi della  riva mi avevano  abbandonato (proprio quando cominciavo ad
abituarmi alla loro presenza),  non so se
per una questione di temperatura dell’acqua 
o di altezza  di essa oppure di
furbizia viste le reti presenti dappertutto.
Seguo un po’ le direttive del pescatore  poi  in
accordo con motoman viro a 90° a destra e 
le  oltrepasso “scavalcandole”  senza causare danni  visto il loro posizionamento  a 50 cm sotto al pelo dell’acqua .
L’”ai quasi finito” degli accompagnatori ormai  cominciava a sembrarmi una presa in giro,
d’altronde la mia vista da falco (non ho occhialini graduati) mi permetteva
fino a lì e non oltre.
L’entrata nel canale di unione al mare  era però segno tangibile che la fine della
frazione stava arrivando.
Il ritmo non era certo quello di Federica Pellegrini e la
bracciata cominciava a picchiare un po’ troppo l’acqua  ma tutto sommato  mi sono visto anche in condizioni peggiori .
La piattaforma di risalita , per scavalcare le chiuse, era
alla barca verde a dx . io andavo a sx  e
quello che era peggio è che la vedevo 
………. Daniele Bossari ne parlerà a mistero.
100 metri a piedi sul sentiero  con la guida Nicola (vale lo stesso discorso
…non ricordo bene chi era , credo Nicola) 
prima della discesa in acqua scegliendo la barca ormeggiata che mi aggradava
di più.
Per un attimo sono entrato nei panni di Manolo Sector ed
ho  atleticamente scalato a rovescio una
barca fino ad arrivare al pelo dell’acqua per completare con le ultime centinaia
di metri  la frazione natatoria.
Riconosco il ponte di Varano city ,  “la prima 
parte l’’abbiamo  portata a casa
Pelo”.
Lo spettacolo degli applausi 
mi accoglie, li sento chiaramente mentre 
lascio nel canale le ultime bracciate , ancor meglio quando appoggio i
piedi  ed in posizione verticale sfodero
un sorriso pieno di soddisfazione mostrando entrambi i pollici verso l’alto .
Fuori dall’acqua, in fondo già mi mancano quelle 4 …5 …6 …
meduse ,
Le prime parole sono “cazzate”  ….sono ancora io  e le dico mentre correndo  raggiungo la zona cambio. Le seconde  forse sono dette con un po’ di incisività e
nervoso (giuro che non volevo male a nessuno)   – l’ho dedotto guardando giorni dopo il filmato  notando 
la faccia di Fabrizio Cutela 
quando parlavo delle  meduse –
Ma sono fuori , soddisfatto e pronto ad aprire il secondo
capitolo.
Con molta calma mi asciugo mi cambio , bevo la mia borraccia
di R2 più una barretta e  attenzione
attenzione ….. concedo intervista  al
grande Dario Daddo Nardone che, anche lui, merita di esser chiamato Nicola  ed 
alla troup televisiva  di TV
…..Nicola.
Di rosso vestito ,a caffè bevuto e fanali accesi  salgo a cavallo della mia fida fiera Scott
lanciandomi  ….accompagnandomi  gentilmente verso l’uscita del paese.
Nei panni  di uomo
supporto  c’era Nicola, uno dei veri
Nicola, che a bordo  del  suo furgone Kangoo mi  forniva le direttiva stradali oltre che
preoccuparsi dei miei bisogni atletici.  
200 km  immersi nella
notte umida , fresca ,  su di un percorso
che  in pochi tratti conosceva la parola
pianura e che mi avrebbe portato ad attraversare la rinomata foresta umbra  locata comunque in Puglia.
Sarà la parte più difficile, questo sarà accentuato anche  dall’oscurità che non mi permetterà di
distrarmi dalla strada e che mi nasconderà 
lo splendido panorama che mi circonda.
Ma la notte  ha sempre
il suo fascino,  gioca con le luci, le
ombre,  ha in se la poesia di rumori
completamente diversi .  
E’ una serata stellata con un umidità  decisa si incolla addosso  già  sottocosta.
Pedalo discretamente bene, non  sono un fulmine di guerra ma quando mai lo
sono stato.
Il passaggio da ogni
paese  comporta spesso  salite impegnative , specialmente una volta
abbandonata la costa,  ma regala sempre
gioia  rappresentata da un piccolo
traguardo lasciato alle spalle.
Ci sono paesi che hanno già lasciato un segno nella mia
memoria come  Ischitella   il cui Sindaco Dott. Piero Colecchia mi curò in occasione dell’Adriatic Coast Ru Extreme una
dolorosa tendinite proprio nel suo ufficio di Sindaco mostrando una gentilezza
e disponibilità veramente  da sottolineare
col pennarello grosso .
Il furgone Kangoo di Nicola, 
con a bordo da qualche km anche i genitori (fantastici)   + 
cabaret di pizza e cibarie per la notte + sorriso, mi  anticipa solo in occasione degli incroci  indicandomi 
la direzione giusta .
La serata è splendida anche se caratterizzata da un
freschino proprio niente male con l’aggiunta di un gran pizzico di umidità  di quelle che ti si attaccano addosso  e anche dentro causando il classico
problema  del freddo  nei tratti discendenti .
In salita si suda , è un dato di fatto , il che di per se
non fa male e non da neanche
noia  anche se mi costringe a varie soste
vesti / svesti per non accusare troppo  la fresca  umidità dell’entroterra
Garganico in discesa.
Scandita da una pedalata costante  la notte lascia che il suo tempo scorra senza
interporre ostacoli…..ci pensano i Carabinieri a farlo !
All’entrata  di non
ricordo quale paese , nei pressi dello scavalcamento di giornata,  una pattuglia in regolare servizio,
probabilmente stranita dalla scena  di un
ciclista inseguito da un furgone bianco 
decide di alzare  la paletta  proprio sulla sommità della salita.
Sbuffo dentro ,  stoppare l’auto voleva dire fermare anche la
mia marcia cosa che non era prevista in quel momento  ma più avanti prima di entrare nella foresta. In quel preciso istante non ero soggetto ne a difficoltà fisiche ne ai
perfidi attacchi del sonno quindi l’obbligo di uno stop  mi innervosiva.
La scena
L’auto dei carabinieri è parcheggiata in una piazzola
antistante la strada principale proprio alla sommità della salita.
Fiero del suo ruolo di capo pattuglia Giovanni  il Carabiniere capo (nome puramente inventato)
 vede arrivare una luce bianca forte
centrale seguita a breve distanza dalle luci di un autovettura.
Forte del regolamento , che sapeva a memoria, e
probabilmente non in grado di verificare la prospettiva pensa che quella che
sta arrivando sia un auto non conforme al regolamento stradale che non prevede
assolutamente un auto con un fanale piccolo e forte al centro .
Alza la paletta con decisione ed anticipo buttando lì un
consiglio a fermarci .
Quando gli passo a fianco ha già una faccia strana.
Iin quel
momento scinde la bici dal kangoo  cosa
che fa crollare istantaneamente la sua teoria, lasciandolo sul chi va la.
Ma è anche vero che l’arma 
richiede grinta orgoglio e fieritudine nei confronti della divisa che
si  indossa quindi con fare fiero
Giovanni affiancandosi al finestrino chiede a Nicola cosa stesse facendo.
Nicola risponde con la verità assoluta
         
Stiamo seguendo Andrea nella sua gara
         
Una gara da solo ? ribatte con sufficienza  l’esimio rappresentante dell’armacome come se volesse sottolineare la nostra
intenzione di farlo fesso .
Ne approfitto  per
fargli notare la locandina dell’evento affissa sul mezzo motorizzato spiegando
come si svolgeva  la sfida .

In una situazione del genere qualsiasi persona  dotata di una mente normalmente attiva  avrebbe capito e, proprio per non creare
difficoltà a chi svolgeva lo sforzo , 
avrebbe lasciato ripartire allegando anche un in bocca al
lupo o buona fortuna .
Lui no,  la moglie non
gliela dava o ancor peggio la dava a qualcun altro portandolo a cercare
soddisfazioni  in altri campi .
         
Patente e libretto  per favore.
Capisco che la cosa andrà un po’ per le lunghe  e attuo un cambio repentino di strategia .
Mi svesto, indosso 
abiti asciutti e mangio un panino 
importante  con contorno di
barrette , G sport  più qualcos’altro.
         
La sua patente scade il 23 agosto  . 
sento  –  Ma lei lo sa che giorno è oggi ? LO SA CHE
GIORNO E’???
         
Minchia 
un interrogazione in pieno stile.  
mi vien da pensare
         
Il 29 settembre … …  dice Nicola 
con le orecchie basse
         
Appunto . Patente ritirata ….. scaduta da oltre
un mese ……. 
Un luccichio negli occhi, l’ espressione del viso  (forse aveva anche la bozza nei pantaloni) mi
diceva che Giovanni in quel momento stava godendo veramente come non mai  mentre il compagno di pattuglia  faceva da scribacchino riportando sul foglio
di un verbale tutto quello che  il
godurioso rappresentante dell’arma diceva.
Non c’è stato verso di far niente , anzi dico una bugia  qualcosa abbiamo  fatto 
e cioè fargli capire che il furgone non poteva rientrare immediatamente
a casa così come da suo ordine ma mi avrebbe seguito con al volante il padre di
Nicola …….Nicola senior .


Asciutto e mangiato  riprendo la via del pedale, abbandoniamo il
passaggio dai paesi per andare ad immergerci nella foresta Umbra.

Capto immediatamente di aver passato la porta d’ingresso
dalla sensazione del  freddo porco  che mi 
assale avvolgendomi completamente la parte superiore  e forse anche i piedi  ma per esserne sicuro bisognerebbe chiederlo
a loro visto che hanno ormai un autonomia tutta loro.
Il resto lo fa il sonno che comincia a darmi dei colpi
secchi che mi fanno assentare per vari instanti creandomi dei sobbalzi  di risveglio brusco per via di repentine ed inattese variazoni di traettoria della bicicletta.
Sosto di colpo , ho la necessità a) di staccare un attimo per
non incanalarmi nel sonno completo B) di vestirmi in vista anche dell’imminente
discesa .
Batto letteralmente i denti , indosso ogni cosa presente
nella mia  cassetta ripartendo col desiderio vivo di uscire quanto prima da
quell’ambiente cosi freddo .
La discesa velocizza in effetti il tempo  anche se si rivela abbastanza complessa per
l’attenzione che sfuggiva sempre più decisamente dalla mia testa .
L’uscita  viene accolta con una manifestazione
festosa  dal mio interno che organizza un
trenino  sul ritmo di  “Vero Amico Charlie, vero amico Charlie
Brown” 
Torno a vedere i nomi dei paesi conosciuti e metto già nel
cassetto anche la prova ciclistica ,  2
su 3 . OPPLAA!!!
Scendo dalla bici intorno alle 5,50 del mattino  nella piazzetta centrale di Varano dove  Cutela mi aspetta  non so se più
eccitato dalla prova che sta positivamente prendendo la via finale o se più in
preda alla sclero per la competizione del mezzo Ironman del giorno seguente.
Cambio accompagnatore nella frazione podistica mi seguirà
Nicola —mo veh ?  J  il fratello di Fabrizio . Cambio totale di
vestiti  mentre il freddo mi attanaglia ,
l’ennesimo caffè più uno offerto e portato da casa Assunta direttamente dalla
moglie di Fabrizio (sempre lui) e pronti via.
Ne mancano solo 50 Andrea , poco più di una Maratona .
Parto convinto 
impostando un passo  deciso perché
in testa ho dei tempi ben delineati .
I primi 10 km sono dritti e piatti , bramo l’arrivo del sole
, ho bisogno di cominciare a sentire il calore dei raggi  scaldare il mio corpo  ancora infreddolito  dall’umida e dal fresco .
Pochi km  e mi accorgo
di non riuscire a mantenere il ritmo (il garmin conferma) , c’è un problema
chiamato sonno che mi sta saltando sulle spalle 
facendomi uscire la mente dalla concentrazione del passo.
Reagisco più volte imponendomi, anche con violenza
(mentale), la concentrazione .
Niente da fare , non ci riesco il sonno avanza con passi da
gigante facendomi ciondolare e portando la mia mente a sognare mentre corro
molto più lentamente di quel che avevo previsto .
Chiedo un altro caffè e dell’acqua  e forse qualche km dopo ancora ne prendo un altro  non riuscendo peraltro ad uscire da quel
tunnel che per qualche minuto .
Abbandoniamo la strada principale per deviare  verso San Nicola degli Imbuti, là dove sono
partito a nuoto .
L’asfalto è più vecchio, più chiaro  ma non peggiore ,  raggiungo il massimo  della crisi, 
ciondolo visibilmente perdendo definitivamente il significato della
parola ritmo.  Più di una volta mi
addormento svegliandomi di soprassalto sentendo la gamba cedere .
         
Mi stendo un attimo   se ti fermi . comunico a Nicola
Pochi metri ed esegue fermando il Kangoo sulla dx della
strada , lo sopravanzo  per questioni di
sicurezza decido di  stendermi  davanti.
Mi fermo in piedi , respiro ,  sguardo verso i piedi , sono vuoto  di tante cose ma non della volontà di reagire
e non farmi sopraffare.
E’ la forza  della
mente, della volontà ,  misteriosa ,
potente e sbalorditiva .
Appoggio le mani sulle ginocchia e mi accovaccio su me
stesso  senza sdraiarmi .
         
Solo un minuto . dico
Lascio che le palpebre scendano nascondendo gli occhi , è un
piacere immenso quello che entra direttamente 
dentro di te .
Un minuto  intenso ,
vale e dura 100 volte tanto .
Apro gli occhi ,
         
Andiamo
Riparto sicuro, è un altro ritmo quello che sento nelle mie
gambe , è quello che volevo , deciso, sicuro e forte. 
Pronto  ad affrontare i
35 km mancanti nella loro quasi completa assenza di pianura.
Avanzo affascinato 
dall’incredibilità di quanto può succedere nell’arco di poco tempo , so
che tutto può ancora succedere  ma  è come se una grande gomma avesse cancellato
tutte le paure e  la tendenza al negativo
che stava impossessandosi  del pensiero.
Il sole mi scalda,  me
lo godo  mentre sento le gocce di sudore
formarsi sul mio corpo e i km passano .
Splendido anche il lavoro di questo Nicola, che mi sostiene
con una prontezza  incredibile
soddisfando le mie esigenze sesso escluso (ma tanto non ne avevo) .
Facciamo le nostre soste per il caffè , l’acqua, il rifornimento
energetico e tutto quello che mi serve per avvicinarmi al traguardo finale.
Una lunga discesa ci abbassa di quota,  comincio a sentire l’odore , il garmin da
polso  ha cotto i ceci da un po’ quindi
in testa ho solo supposizioni che , giusto per non farmi mancare niente,
vengono cancellate poco dopo da quello dell’auto  che dichiara a voce alta 4 km a Varano.
Il ritmo è ancora quello, la stanchezza maggiore , la gamba
sente molto di più l’appoggio e la fatica muscolare nel fare il movimento rotatorio
ma ….mancano 4 km  J
L’illusione dura poco , precisamente fino ad un bivio  dove la svolta a sx indica 3 km .
Andiamo dritto …gasp ….. riazzeriamo anzi cresciamo visto
che più o meno ne mancano ancora 6/7 .
Non sono colpi facili da digerire ma  è anche vero che se il percorso è quello …è
quello   a quel punto un ora in più o in
meno  cambia poco.
Ho la certezza di arrivare e dentro questa c’è l’attesa del
momento magico che arriva puntuale come un orologio svizzero ( si dice
così)  quando già siamo all’altezza del
mare nella strada che entrerà diretta a Varano .
La fatica scivola via di colpo , il passo si allunga  fino a stupirmi spinto da una mente positiva.
Nicola sfugge via verso il traguardo, la troupe televisiva
mi accompagna per un pezzo prendendo immagini prima di anticiparmi all’arrivo.
Rimango solo,  amo
quel momento , quella solitudine in cui ti parli ,  ti complimenti dicendoti tante cose belle ……
sono io immerso nel mio mondo  
 La sensazione
del  sorriso  è esplosa 
prepotentemente sul mio  viso
,  l’emozione che arriverà fra poco gira
già dentro la mia mente distribuendo brividi , occhi lucidi, pensieri  profondi .
Ascolto il rumore del mio passo,  leggero 
con una cadenza precisa ed un ritmo veramente notevole …..la magia nel
sentirlo  è unica.
Guardo i miei piedi, un grazie alle mie Scott T2 gialle eblu (Cervia)

compagne di una stagione da brividi,  oltre 
2000 km , prese d’aria laterali 
e  ancora molto reattive  ( avranno un altro appuntamento prima della
pensione) .

E’  il cartello di
Varano quello che passo , il gioco sta per finire ( è sempre un peccato) ,  il passo  ancora più veloce quando giro la
curva che mi immette nella piazza .
Musica , gente , applausi , scarica di emozionante
adrenalina  mentre le braccia si alzano
passando sotto all’arco di finisher .
La voce di Dario Daddo Nardone riempie l’aria con energia
pura, sono completamente avvolto dall’emozione di una piazza che mi attende ,
che mi applaude  e sono felice di essere
arrivato anche per  loro .
Abbraccio sentitamente Fabrizio che forse pensa  ancora che …al massimo sono 4/5 …..  acqua , respiro, un paio di parole al
microfono di Dario e con la trouppe televisiva prima del relax  e i complimenti personali di tanta gente  tra cui, in primis,  dell’amico Sindaco di Ischitella .
Assunta  non mi da
scelta :
         
Fai la doccia e ti aspetto a pranzo
Fantastica .
21 ore e 30  forse 21
…. non lo so , ho perso l’orario preciso di partenza e arrivo , non
importa  …. Sono passato li sotto
egregiamente  appena dopo un mesetto dalla
Novecolli Ultratriathlon  una grande  soddisfazione 
 , la consapevolezza  di una padronanza mentale che mi fa sentire
veramente potente (strettamente personale) .
C’è il fascino di quel minuto , la curiosità di Nicola che
mi chiede  cosa in realtà ho fatto quando
mi sono accovacciato.
Tanti sorrisi e un gran rumore colorato  che mi risuona dentro alla testa mentre in
preda al sonno rientro all’albergo  dopo
il lauto pranzo da Assunta.
È un riposo fisico  di
quelli non profondi.
Il circolo del sangue  ancora veloce, coadiuvato da una mente  ancora bellicosamente  in movimento,  non mi permette di sprofondare tra le braccia
di Morfeo.
Prima dell’ora di cena sono in piazza, è immersa nel movimento del pre Mezzo Ironman
,  firmo un paio
di autografi J  e  confabulo con Fabrizio
         
Vediamo come sto domattina
Si cena tutti insieme , con lo staff , Teodolinda Family e
non ricordo chi altro .
Nanna e questa volta si dorme.
Sveglia puntata per le 6,30 del mattino …..bellicoso Andrea
Pelo di Giorgio .
Non ce la faccio , 
non ce la faccio proprio , il sonno 
pesante mi porta a spegnere la suoneria per quelle tre volte  che permettono poi al cellulare di non essere
incriminato per un compito non svolto.
Vado dritto , me ne rendo conto quando è già un po’ troppo
tardi .
Idee bellicose abbandonate , colazione semplice  e veloce per andare in piazza  dove il clima è già molto movimentato e gli
atleti brulicano come formichine .
Tanti saluti, tante domande e tanto affetto .
         
Non competo , non sono riuscito ad alzarmi
,  ti faccio un po’ di fotografie,   dico a Fabrizio
Il suo viso mi appare un tantino deluso .
Mi dispiace,  ma dal
lato mio , per una cosa che avevo deciso di non fare , so benissimo che capiva la mia stanchezza.
Non duro molto.
Sarà il vedere tutta quella gente entusiasta e pronta a sfidare se
stessi, sarà que senso di “dovere” per tutta l’ospitalità fornitami , sarà
perché in fondo  fare anche il mezzo
ironman sarebbe stato aggiungere una sfida 
….. la mente che dice al fisico  fai
anche questo  ….sarà  forse anche qualcos’altro di non ben
definito  che i porta ,alle 8,20 ( Dario annunciava una chiusura di zona cambio alle 8,40)  da Fabrizio.
Gli chiedo :
         
Faccio ancora tempo ad andare in campeggio a
prendere la roba per partecipare ?
         
VAIII !!!  ti aspettiamo .     ….che sorriso J
Parte già la sfida , nel trovare tutto , nel prendere su tutto
in un fazzoletto di tempo molto breve. 
Veloce velocissimo mi preparo , mi faccio prestare un paio
di occhialini …i miei erano un po’ nel perso, riesco , già con la muta addosso
a fare anche una colazione riempitiva al bar 
e in un battibaleno  mi trovo lì ,
in prima batteria tra quelli buoni , già nel pieno della tensione di una nuova
gara e su una distanza sulla quale non mi cimentavo da tempo.
Ricevo molti complimenti , molti gesti di stima , molti
sorrisi .
Aspettative precise non ce ne sono  ma una certezza c’è :
“avrei dato il massimo e forse anche oltre vista la presenza del  pettorale (credo l’11)”
Pronti via !!!
La  tonnara
parte,  qualche bracciate per
divincolarmi e assestare il fiato e mi ritrovo a completare una delle più
performanti frazioni natatorie  senza
sentire la stanchezza muscolare del giorno prima.
Esco bene , piego anche in curva  J all’entrata della zona cambio.

So già che la frazione in bici sarà la più difficile e
lunga,  tempo  un paio di km e vengo sverniciato dal
passaggio di Edith che passandomi a fiaco non mi lascia neanche una macchia di
bianco .
Completamente trasparente percorro i 10 km di pianura iniziale,
iniziano i 70 km di percorso movimentato (in parte lo avevo percorso a piedi il giorno prima)
,  praticamente zero pianura.
Mi accorgo subito della non prestazione , pedalo
praticamente allo stesso ritmo della 200 km  ma d’altronde  le cose non si inventano .
La sensazione è un po’ quella di essere trainato indietro
tanti sono i ciclisti che mi sorpassano.
Inserisco nella mente la frequenza pazienza  (so che i 90 finiranno prima o poi) mantenendola
ben salda anche quando vengo passato
dalla signorina Teodolinda  che al
contrario di quello che era stata nei giorni prima brilla di maleducazione
fingendo di non vedermi  appositamente per
non salutarmi.  
Pazienza Andrea Pazienza
E’ sicuramente il momento più difficile e che più abbatte la
mente  anche perché quella stanchezza che
sento dentro  la dovrò comunque gestire
nella frazione podistica.
Se da una parte sono a posto con me stesso dall’altra c’è la
voglia di ben figurare  di sentirmi una
frazione podistica  di quelle che  ti regalano brividi e il piacere immenso di sentirti
libero nella corsa.
Finalmente appoggio la bici 
alla transenna, indosso le mie super leggere Scott da triathlon e via, Passo  il tripudio della gente nella
piazzetta mentre Dario Daddo Nardone non perde l’occasione di ricordare la
sfida , Amref  …è bravo quel ragazzo .

Dopo le prime battute imposto il ritmo gara, bello allegro
ma senza arrivare oltre .
Assaggio , ascolto le sensazioni , la reazione muscolare, il
respiro  ….. ci sono , è la frazione che
ho chiesto, …. grazie.
La gestisco  bene, il
percorso è ondulato , lascia segni  se
sbagli ritmi .
E’ un’altra aria che respiro,  sento gli applausi , i complimenti di altri
atleti , la gratifica fisica e quella  competitiva nel sorpassare tante rivali sportivi.
Cominciano i giochi , i calcoli di distanza  nei confronti di altri atleti ,  il “quello lo prendo , quello forse” ….. le
gambe vanno da sole , la mente è estremamente forte , talmente forte che mi
concedo una variazione di ritmo sensibile negli ultimi 3 giri della
competizione .
Non sento i segni della fatica di ieri …….. stupendo,
veramente stupendo …non so come , non so perché , so che è così e che quello
che sento dentro va oltre.
Rendo onore a m e stesso , allo sport  e soprattutto sono felice per aver  onorato tutto lo staff  Lake Triathlon e del paese di Varano che mi hanno
 fatto sentire veramente una persona
speciale.
È  una grande
cosa  che va oltre alla prestazione in se
per se ,  quella resta un mio piccolo  regalo, chiudo poco oltre le 5 ore  con una mezza maratona corsa in 1h 30’, uno
dei primi tempi podistici ed un 5° di categoria .
 E’ un altro sorriso
che parla da solo
 ……… dentro è già
Varano Lake Xtreme 2014
 
Domani arriva sempre

Andrea Pelo di Giorgio